giovedì 1 ottobre 2020

LA FELICITA’, UNA EMOZIONE PRIMARIA

 

LA FELICITA’, UNA EMOZIONE PRIMARIA

Nell'attuale società, la ricerca della felicità è avvertita come un bisogno totale e personale, oppressi come siamo dalla nostra impotenza dinanzi alle imprevedibili catastrofi naturali, dall'angoscia di uno sterminio atomico, o dal timore di una totale distruzione del mondo culturale e civile che con sacrifici abbiamo edificato e dal ritorno alla barbarie attraverso uno dei tanti ricorsi storici.

 Per questo motivo, la domanda comune è se l’umano possa conseguire la felicità e soprattutto come questa condizione psichica sia stato concepita dai vari studiosi: alcuni hanno evidenziato la componente emozionale, come il provare buon umore, altri sottolineano l’aspetto cognitivo, come ritenersi soddisfatti della propria vita. Certe volte la felicità è rappresentata come soddisfazione, contentezza, appagamento, certe volte come gioia, piacere, divertimento, e altre  ancora  come uno stato  naturale del cervello che si genera in modo spontaneo se si agisce nel modo giusto.

 Oggi, però, la felicità per molte persone è associata al concetto di benessere e a volte, a uno stato di benessere materiale. I ricercatori invece non accettano questa valutazione che non è quella di riconoscere l’aspetto educante come un cammino verso una sorte favorevole con l’obiettivo di ricchezza, ma un cammino della crescita evolutiva dell’umano verso uno stato di totalità, dove la felicità riconquista la sua dimensione di umano come tale.

 Come abbiamo appena detto, la felicità percepita come benessere è un modello molto seguito attualmente. In questi ultimi decenni, gli studiosi hanno favorito teorie e dibattiti in vari settori, dalla sanità all'economia alle scienze sociali, di cui le scienze dell’educazioni fanno parte.

 Nel contempo alcuni studi di psicologi definiscono la felicità come uno stato autonomo dagli eventi esterni, ma dipendente invece da come esse vengono interpretati, in quanto originano dall'attitudine delle persone  verso gli interessi materiali e/o immateriali.

  Secondo le ricerche di altri psicologi, esistono diversi aspetti che contraddistinguono le persone felici da quelle che non lo sono. Questi aspetti sono le basi, atteggiamenti e pensieri, che una persona può apprendere per essere favorevole alla felicità.

 Si parla di una specie di addestramento fatto di conoscenze e comportamenti che se attuati possono portare alla ricercata felicità. Sono idee che possono produrre un sostanziale cambiamento nel comportamento, favorendo un mutamento nelle convinzioni di un soggetto.

 Prendiamo ora in visione alcuni punti per illustrare il metodo per diventare felici.

  Per prima cosa, dicono i ricercatori, la persona, che si conserva giornalmente più dinamica,  ha la possibilità di rendere migliore il livello di benessere psicofisico. Impegnare le energie in operosità coinvolgenti, accattivanti e piacevoli rende soddisfatti e di esito più felici.

 Va da sé che l’impegno speso, quando risulta produttivo, provoca soddisfazioni, ma perché abbia un concreto esito positivo su se stessi deve essere teso ad attività ritenute ricche di significato, come un tipo di lavoro appagante.

 Importante è di non dedicare tempo alle ansie quotidiane, rimugini, si ha meno tempo per essere felici. La felicità di una persona aumenta allorché si riducono i pensieri negativi, infatti le persone felici si preoccupano di meno della maggior parte della gente.  

 Per essere realmente felici è certamente utile impegnare le proprie energie sulle attività presenti, dando importanza ad ogni giorno e godendo delle opportunità quotidiane.

 Infine, eliminare i sentimenti e i problemi negativi e dare invece valore alla felicità.

 Insomma, se si rimane irretiti in pensieri negativi che si crede siano la possibile soluzione al problema, ma che al contrario portano ad allontanarsi dalla realtà, non ci si concede la possibilità di affrontare i fallimenti e viverli per quello che sono, senza generalizzare mai quello che accade ma legare gli eventi alla situazione. Solo in questo caso si possono valutare le proprie risorse, rimettersi in gioco puntare diritto all’obiettivo: essere felici.