venerdì 1 giugno 2018

L'AMICIZIA UN'EMOZIONE LUMINOSA


Nel mondo degli affari, dell’individualismo e dei continui mutamenti, sembra difficile, se non proprio impossibile, parlare di amicizia. Eppure, secondo la psicologia, e non solo, l’amicizia riveste un ruolo importante in tutto l’arco della nostra vita.
 Certamente, nel percorso della vita di tutti noi, le cose cambiano: i vecchi amici, conosciuti sui banchi di scuola o nei giochi di quartieri, si allontanano per lavoro o per cambio di residenza; promettono di rivedersi, poi nascono nuovi interessi, nuovi incontri e finiscono per diventare degli estranei.
  Benché s’ignori che questo distacco sia temporaneo, o definitivo, ciò significa che in una esperienza caratterizzata da un’intensa carica emotiva, così luminosa, come quella dell’amicizia, ci sono evidenti tracce della fragilità.
  Seguendo questo discorso, possiamo aggiungere che l’amicizia è una relazione complessa che ha in sé il significato di uno scambio infinito di pensieri e di ideali comuni, che continua anche quando non ci si vede o non ci si sente più per questioni legate all'aver intrapreso strade diverse. Detto da Borgna, il rapporto affettivo riprende ogni qualvolta s’incontra una persona amica: l’abbraccio colma il vuoto dell’assenza e il linguaggio del volto elimina il lungo silenzio e ritorna a essere linguaggio della parola: riprende il dialogo apparentemente interrotto ma, in realtà, mai perduto nei meandri del quotidiano. Ciò è reso possibile, secondo H. Bergson, dalla differenza sostanziale tra il nostro tempo interiore, come fatto psichico, o il tempo del vissuto, la cui prima qualità è la durata cioè sequenza di atti senza interruzione, che non si slabbra, e nemmeno si frantuma in mille rivoli, nonostante le continue intermittenze del tempo esteriore, fondato sulla successione degli istanti, come sono registrati dall'orologio o dal calendario.
  Radicata, quindi, nella stessa natura di esseri umani, l’amicizia come dialogo nel silenzio e nella parola scorre riservata e sotterranea tra le persone amiche: lontane e vicine, assenti e presenti, consapevoli che nell'ora del bisogno ci si possa essere presenti, incontrarci, annullando ogni particolare interesse o emozione e ogni distanza. Perciò, quando vi sono momenti di profonda crisi psicologica, l’amicizia diventa un provvidenziale e insostituibile veicolo per traghettarci  al di là della   situazione di disagio psichico; e se è un atto spontaneo di generosità, in ogni amicizia, recente o antica non importa, si riaccende una scintilla di comunione di sentimenti e di emozioni che, in seguito, difficilmente si spegnerà.
   L’amicizia, come elemento indispensabile per la vita, è un dono prezioso che va offerta e ricevuta; ma rispetto alla sua nascita e alla sua struttura essenziale ci sono diverse forme di amicizia, per esempio: quelle basate su un rapporto sincero, di condividere le stesse emozioni, le occasionali e di privilegio (significato negativo F. Alberoni) mai ferme e fisse: alcune finiscono improvvisamente, altre fioriscono, alcune vanno altre arrivano seguendo i normali cambiamenti previsti di una società in continuo movimento, e anche dagli inevitabili cambiamenti insiti in ogni esistenza.
  La realtà è che l’amicizia nel tempo cambia, ma nella sua normale evoluzione non si isola, o si eclissa, richiama, invece, intorno a sé altre  amicizie in un circuito virtuoso di solidarietà e di condivisione nel quale, con ogni probabilità, si riconosce la parte fondamentale e caratteristica della cosiddetta  amicizia esclusiva (legata a una sola persona, o ad un gruppo di élite) , o chiusa e quella non esclusiva, o aperta.
 Inoltre, nella quotidianità di ciascuno, nulla accade che non lasci traccia, che non diventi memoria e sentimento. L’amicizia, quindi, come memoria reale vissuta dal soggetto, nella quale sono enfatizzati alcuni elementi – quelli che egli considera la vera essenza delle proprie esperienze -  e taciute altri – quelli che ritiene invece irrilevanti, e non come un prospetto che dispone gli elementi di una serie secondo la loro successione temporale, insomma come memoria  interiorizzata  che ha elaborato,  analizzato e  trasferito fatti che colpiscono  e piacciono di più del passato nell'interno della propria coscienza,  ridandogli  nuovi contenuti emotivi e creativi.
  Secondo Borgna, infine, anche l’amicizia è fragile e, come friabile è continuamente  esposta alle ferite delle svigorite forze  fisiche e psichiche,  della mancanza di attenzione, della scarsa gentilezza, degli affanni quotidiani o dalle influenze esterne come la pressione sociale, le credenze religiose, le preferenze sessuali e così via non sempre riconoscibili  come veicoli che procurano turbamenti ed emozioni negative.  Benché, conclude lo studioso, l’amicizia non sia un sentimento così fragile come la  timidezza, la gioia e la speranza, anche nella sua struttura più profonda si può occultare il seme malefico del vivere che la ferisce.