martedì 26 febbraio 2013

INCONTRI CULTURALI

Sabato 23 febbraio, presso la sede dell’Università della terza età di San Vito dei Normanni,  il prof. Ettore Catalano, Ordinario di Letteratura Italiana nella facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università del Salento, ha presentato il libro  “ La Psicocritica – Appunti e interventi sulla poesia e narrativa del Novecento “ del Prof. Enrico Castrovilli. La manifestazione, coordinata dal Prof. Angelo Chionna, presidente dell’UNITRE, ha coniugato letteratura, declamazione di poesie e pittura  dell’artista Antonella  Miccoli. Il Prof. Catalano apre la conversazione sul saggio evidenziando come quest’opera sia una fervida testimonianza di un amore consacrato dell’autore per la letteratura e un contributo importante al problema metodologico. Il Professore ha sottolineato il lavoro dello scrittore sanvitese, precisando come lo stesso sia stato sempre lucido, soprattutto nelle parti analitiche dei singoli scrittori trattati dal Castrovilli nella sua opera, un lavoro critico incentrato non sulle idee ma sui testi. Il Prof. Catalano definisce il libro come un’opera interessante e stimolante, in quanto “ evidenzia una nuova dimensione, quella psicologica appunto, dalla quale non si può prescindere, in un primo tempo, nella storia della costituzione testuale di un’opera. E’, senza dubbio,  un punto di partenza ”.  Ed è proprio partendo da queste precisazioni che il Prof. Catalano stabilisce l’inesistenza di una critica certa che mette la parola fine all’analisi di un’opera ma che esiste, invece, una certa libertà nelle interpretazioni di un testo. La manifestazione si è conclusa con i ringraziamenti dell’autore all’illustre relatore, al numeroso e attento pubblico e con l’omaggio al Prof. Catalano del quadro “ L’occhio dell’Inconscio “ dell’artista Antonella Miccoli “, che, ispirata da alcuni temi trattati nel testo, ha prodotto alcune opere pittoriche.

                                                                         Giovanni Basile

martedì 19 febbraio 2013

LIBRI-libri

LA GALLINA VOLANTE
Paola Mastrocola.
Carla, quarantaduenne sposata con due figli, un marito introverso, un vicino logorroico, una classe di alunni di un liceo di Torino e un pollaio di ventiquattro galline, è la voce narrante di questo romanzo. Al centro della vicenda sono i problemi quotidiani con cui la protagonista deve confrontarsi, ma soprattutto il rapporto intenso e profondo che instaura con una sua allieva particolarmente sensibile e intelligente, Tanni. Nasce tra loro una complicità che porterà la ragazzina a confessare una difficile situazione familiare, con la madre che se ne è andata, il padre che ha qualche problema con l'alcol e un fratello più piccolo da accudire. Ed è solo con lei che Carla condividerà un progetto apparentemente folle, cui ha dedicato tempo e passione: quello di far volare le galline che alleva nel giardino di casa. 
Concludo dirò che questo racconto è interessante, non solo per la trama delicata e a tratti anche triste , soprattutto per la grande capacità dell'autrice di comunicare con un lessico semplice e chiaro
 due mondi tanto diversi quanto simili, il pollaio e la classe della professoressa, due missioni tanto opposte  dal punto di vista psicologico quanto uguali dal punto di vista pedagogico: addestrare una gallina a volare e istruire delle giovani menti al volo con gli occhi della mente che solo una scelta oculata di buona  letteratura e  un’adeguata  comunicazione verbale possono permettere.


mercoledì 13 febbraio 2013

LIBRI-libri.

Giorgio Manacorda
Delitto a Villa Ada
Un famoso poeta che viveva come un barbone viene trovato morto a Villa Ada da un altro poeta suo coetaneo. Il commissario incaricato delle indagini è anche lui un poeta dilettante. Si tratta di un agile intreccio letterario tra poesia, tormenti della creatività, invidia e comportamenti emotivi imprevedibili dei personaggi.
   La sua scrittura procede liscia senza sbalzi, è scorrevole e non è resa pesante da lunghe e superflue descrizioni e minuziosi dettagli. La trama ha una sua struttura reale, si tratta di un omicidio, pur essendo un libro di poche pagine. Il finale è imprevedibile.
   Riassumendo, Delitto a Villa Ada è un noir che parla di poesia, di cultura, di desideri e di delusioni.
 

lunedì 11 febbraio 2013

ANALFABETISMO DI RITORNO

È un fatto accertato, in quest’ultimo decennio l’editoria italiana non gode un’ottima salute. Questo dato si evince da un reale fenomeno rappresentato dal recente analfabetismo di ritorno.
 A tale proposito, il linguista Tullio De Mauro sull’ultimo numero d’Internazionale commenta i dati di una ricerca raccolti dall’Ocse, i quali affermano che il 33% della popolazione italiana non riesce a comprendere o non sa mettere correttamente su di un foglio una breve frase e una percentuale ancora più consistente presenta grande difficoltà nel comprendere un testo orale.
   Personalmente non attribuisco la causa di questo fenomeno  culturale regressivo alla sola presenza sul mercato librario di narrativa di genere popolare, i cosiddetti “libroidi”, ma accanto a questa invasione di testi privi d’invenzione  pongo lo scarso interesse alla lettura , in casa e a scuola, degli italiani.  

martedì 5 febbraio 2013

ANIME NUDE

Un viaggio all’Inferno, così l’attrice e regista Barbara Amodio, rivolgendosi al pubblico, ha definito la  rappresentazione dell’opera teatrale appena andata in scena. Partendo dal vissuto reale di donne  che hanno abitato la storia in luoghi ed epoche differenti, l’opera ha voluto  raccontare un viaggio tra le sofferenze ed i dolori di quest’ultime, ognuna con esperienza diversa. Intensi ritratti di donne comuni, scienziate, pensatrici, prostitute, bambine tutte vessate dall’indifferenza, la sopraffazione, la violenza esercitata ai loro danni dalla società e dal potere. Gli interpreti in breve tempo narrano le vicende di queste donne, puntando direttamente al cuore del loro dolore e della loro battaglia per la ricerca della verità. Così come Virgilio ha accompagnato Dante durante il suo viaggio nelle viscere della Terra, così l’attrice protagonista, ha guidato il pubblico in questo percorso teatrale disseminato di anime perse, dannate, nude, non per virtù proprie ma per l’altrui brutalità, prepotenza e costrizione.  Nel ruolo di cronista attenta a non tralasciare nulla, animata dal sentimento dell’amore e dalla conquista di un riscatto, l’attrice, riporta sulla sua inseparabile macchina da scrivere le atrocità subite da ogni personaggio. La bambina Pakistana usata come bomba umana e fatta esplodere contro le forze nemiche; la prostituta rappresentata come il simbolo della mercificazione del corpo umano; la donna comune sedotta, amata, venerata dal proprio uomo ed infine abbandonata da quest’ultimo; la pedofilia che si insinua tra le mura domestiche; la violenza sessuale contro le bambine asiatiche usate come oggetto di desiderio di un gioco perverso; l’assassinio di Ipazia, scienziata vissuta nel IV secolo d.C., uccisa  per ordine del vescovo di Alessandria per escludere le donne dalla sfera del sapere. Con lucida minuziosità è stato fotografato il potere del male. Lo spettacolo si conclude con un messaggio di speranza per un futuro migliore privo della malvagità umana “ E l’odio finirà solamente se gli uomini sapran risorgere dentro di sé ”…

Giovanni Basile