sabato 14 aprile 2018

INFANZIA


Carissimo Daniele,
ho appena terminato la lettura del tuo libro INFANZIE e ti confesso che non solo mi è piaciuto ma su alcune pagine, dove tratteggi con perizia il tuo rapporto affettivo con il Nonno Agostino, mi sono anche commosso.
 Con questo tuo agile e prezioso lavoro riveli il bisogno naturale dell’uomo di esprimere i moti più profondi dell’anima, che sono i canali privilegiati da te per tradurre in parole le emozioni, i sentimenti e le riflessioni, che danno senso alla vita.
 Non ho alcun dubbio, la tua autobiografia, carica di toni emotivi e dell’inconfondibile  vitalità dei ricordi,  si fa portatrice di un messaggio d’innocenza capace di resistere agli assalti  dei istinti negativi che dominano il mondo.
Vivi complimenti!
  Saluti

martedì 3 aprile 2018

LA PIGRIZIA EMOZIONE SCOMODA


A volte quando ci svegliamo o durante la giornata dopo un periodo di duro lavoro, ci sentiamo stanchi più del solito, e pensando a tutto ciò che dobbiamo fare ci sembra troppo noioso o difficile. Arriva all’improvviso la pigrizia come una mancanza di determinazione nel compiere un’azione di cui si riconosce l’importanza e si traveste con nomi differenti, quali: ozio, fiacchezza, poltroneria, accidia, fannullaggine.
 La pigrizia, quindi, può giungere per varie ragioni. Certe volte arriva con le abitudini giornaliere, quando svolgiamo le medesime attività, e pure a volerle sostituire con altre, abbiamo timore di farlo. In questi casi, la pigrizia diventa una scusa per far restare le cose come sono. Essa diviene un avversario da sconfiggere in qualunque modo in quanto mette a rischio la nostra felicità.
 Talora può essere generata dalla stanchezza psicofisica. In questi casi, dopo un periodo di faticosi impegni, non si ha voglia di fare niente e il solo pensiero di compiere ulteriori impegni ci causa una terribile emicrania. Naturalmente, in questa circostanza la pigrizia è come una specie di meccanismo di difesa, un campanello d’allarme che abbiamo bisogno di riposare e recuperare le forze.
 In realtà, se ci giriamo indietro e analizziamo gli attimi in cui siamo attaccati dalla pigrizia, è possibile comprendere un modello comune: erano tutte circostanza in cui eravamo obbligati ad accollarci qualche rischio; il pericolo di cambiare alcuni oggetti nella propria vita o di far fronte a un  serio problema. La pigrizia fa da dispositivo di difesa di fronte a condizioni che sembravano più grandi di noi dal punto di vista conoscitivo ed emotivo. La pigrizia ci proteggeva dal possibile cambiamento proprio perché sappiamo bene che il nostro cervello non è certamente a suo comodo con i cambiamenti, ma preferisce vie già sperimentate.
 Ciò nonostante, la pigrizia è la strada più corta verso il malcontento. Al di là ad essere una sensazione fastidiosa, ci ostacola il cammino facendoci rimandare decisioni importanti ed eluderci di prendere in visione nuovi argomenti che potrebbero aiutarci a migliorare.
 Giunti sin qui abbiamo analizzato e compreso che la pigrizia non può essere la nostra emozione più esperta. Allora, in che modo possiamo gestirla?
 Un metodo efficace consiste nel fare delle minime attività ogni giorno, in tal modo da avere la percezione di non essere vessati o costretto. La cosa migliore sarebbe quella di iniziare a produrre qualcosa che non risulti troppo audace, così da sentirci accoglienti, ma che nel contempo rappresenti una piccola spia.
 A esempio, è regola importante riflettere con attenzione sul presente, cercando di tenersi occupati anche nel tempo libero invece di dissipare la mattinata a letto o sul divano, provare a impegnarsi magari in cucina, a svolgere qualche attività sportiva, o in alternativa a fare una semplice passeggiata. Se permettiamo che questi suggerimenti positivi sostituiscano la pigrizia, se sviluppiamo  la capacità,  ogni cosa diventerà molto più facile.
 Di frequente il pensiero di fallire è il motivo principale per cui molte persone rimandano le attività.  Tra tutte le cause del rimandare a dopo le nostre attività, la paura di fallire è certamente un’emozione delle più condizionanti.
 Infatti chi ha paura di sbagliare di solito è molto preoccupato di cosa si possa pensare delle sue capacità e perciò preferisce oziare. Analizzare correttamente e in modo imparziale le proprie paure ed evidenziare la nostra attenzione su di noi stessi e non sugli altri ci permetterà di affrontare la quotidianità senza sentirsi giudicati.
 A questo punto è reale fissare un obiettivo, aumentare un poco l’impegno ogni giorno: porsi una nuova competizione. Constateremo che l’attività chiama altra attività e a poco a poco la pigrizia ci lascerà in pace. Ogni qualvolta  che riusciremo a svolgere nuovi impegni saremo sicuramente felici, e ciò sarà di stimolo per uscire dalla nostra zona accogliente stimolandoci a fare nuove azioni positive. Un mattino ci sveglieremo e la pigrizia ci ha lasciati e al suo posto vi sarà una persona più produttiva e soprattutto sicura di sé.