lunedì 30 giugno 2014

POLITICA IN CRISI

Renzi forse scaccerà la crisi, ma in realtà i numeri invitano ad essere più cauti.
Per questo non bisognerebbe creare aspettative eccessive.
L'Italia sta riuscendo a mettere sotto controllo qualche sintomo dei suoi mali, ma debito pubblico e corruzione, lenta burocrazia, tasse elevate e mercato del lavoro, così come è strutturato ora, restano un peso che frenano una ripresa che sarebbe l'unica a ridare al Paese un po' d'ossigeno e di lavoro.
Sul carro del vincitore stanno salendo in molti ed è probabile che alcuni siano sostenitori della spesa pubblica o collettori di tangenti.
In Italia le elezioni europee hanno mostrato un tasso di partecipazione elettorale più alto della media europea, un ridimensionamento delle forze più populiste e una sorprendente affermazione del Pd che ha sempre puntato sul rafforzamento dell'Europeismo.
L'Italia aiuta l'Europa a contenere il movimento degli euroscettici. I movimenti populisti in Europa sono molteplici e presenti in molti paesi europei, e l'antieuropeismo è il loro collante fondamentale.
Tutti questi predicano in sostanza il ritorno agli Stati nazionali con la chiusura delle frontiere e una politica doganale protezionistica.
Per essi il nemico è l'Europa che però ha garantito una pace stabile ed uno sviluppo economico innegabile fino al momento della crisi finanziaria.
Il mito delle “piccole patrie” è stato screditato dalla storia.
Con la soluzione dei vari nazionalismi è errato rispondere ai problemi della globalizzazione che non si può evitare ma solo fronteggiare con mezzi opportuni ed efficaci. Gli europei devono convincersi sempre più che solo con la realizzazione dello Stato federale europeo non scompariranno dalla storia. La stessa Germania è troppo grande per l'Europa ma troppo piccola per il mondo. È stato fatto l'euro, ma non l'Europa.
L'Italia ha assunto dal primo giugno per un semestre la presidenza del Consiglio dell'Unione per cambiare l'Europa rilanciando l'occupazione riavviando la ripresa e la crescita.
La vera sfida di Renzi comincia qui: dare speranza con fatti concreti, risultati.
Dovrà lottare contro la laicizzazione della politica che è divenuta meno ideologica, più attenta ai contenuti nell'attesa che riacquisti anche vere idealità morali e spirituali senza le quali non si va da nessuna parte.
I partiti, infatti, sono sempre più gusci vuoti, avulsi dalla società, luoghi di produzione di carriere, organismi più attenti alla propria roproduzione che alla produzione di politiche dotate di senso.
Tutto ciò ampliato dai fenomeni degenerativi delle malversazioni, della commistione tra politica
ed affari. L'immoralità dal tempo della prima tangentopoli non si è mai fermata e in nuovi episodi di corruzione sono incappati i politici ed amministratori.
L'Italia attrae sempre meno capitali esteri a causa della cattiva reputazione accumulata negli anni per corruzione diffusa, scandali politici, lungaggini burocratiche, condizionamenti malavitosi. La politica deve rifondare i propri fondamenti. Tra tasse e corruzione non c'è pace per gli italiani onesti tartassati più del dovuto per colpa dei furbi.
In questa situazione un calcio all'Europa potrebbe tradursi nell'autogol più clamoroso di tutti i tempi anche perché la questione italiana è tutt'altro che risolta. L'Europa ci guarda perché i nostri conti ancora non tornano. Il Pil non cresce, anzi: il che rende aleatorie tutte le previsioni di crescita, aprendo la strada a nuove manovre (= tasse).
È certo fino a quando qualcuno vorrà togliere i privilegi pubblici!
L'Inghilterra nel 2010 stava come l'Italia, ma tagliò la spesa ministeriale del 19% (a esclusione della sanità). In Italia la stessa spesa è cresciuta.
Questi fatti durano a morire anche dopo il voto europeo.
Più Europa ci vuole, sia pure tutt'altra Europa che quella targata tedesca.
È opinione comune che l'Unione sia fonte di ogni male, ma è un'opinione indotta subdolamente per nascondere sotto il tappeto la sporcizia di responsabilità puramente nazionali. Che cosa c'entra l'Europa con il nostro smisurato debito nazionale, con il malaffare e la corruzione dilaganti, con gli sprechi diffusi, con le mancate riforme della giustizia civile e pubblica amministrazione?
Invece di inveire contro l'euro e l'Europa sarebbe meglio riordinare davvero le nostre istituzioni economiche e politiche; adeguare le istituzioni locali dei centri di spesa, le banche e i settori della burocrazia che scambiano i servizi pubblici con il tornaconto dei singoli; semplificare il groviglio di leggi in cui guazzano la cattiva burocrazia e le malversazioni; lottare seriamente contro l'evasione. Si potrebbero risparmiare risorse finanziarie da trasferire alle politiche sociali e alla ricerca.
Ė l'unica strada per recuperare stima e credibilità a livello europeo e mondiale.
I luterani alla Germania hanno insegnato il dovere nell'impegno politico e nel lavoro finalizzati al bene comune, anche noi abbiamo bisogno di valori più solidi come gli anni Cinquanta quando i valori umani furono decisivi nella ricostruzione dopo la guerra.
Non è un appello alla generica virtù: i valori sono le persone che li incarnano e qui si ritorna come sempre all'educazione-formazione e quindi alla scuola e alle altre serie istituzioni formative. Non basta più la sola moralità se non è agganciata alla spiritualità.
Lo Stato può ricevere dall'autorità religiosa e spirituale una proiezione finalistica della politica per risolvere in maniera più corretta ed esauriente il rapporto tra autorità politica e persona umana. Lo Stato ha come scopo di creare le condizioni sociali e comunitarie in cui ogni uomo possa attuare la sua perfezione integrale voluta dal Creatore e di cui tutti alla fine devono rispondere.
Comunque i principi fondamentali da applicare alla società politica si riassumono nella dignità della persona e nel primato del bene comune.
“Le regole ci sono, il problema sono i ladri” dice Renzi. Ciò conferma che la buona educazione (= rispetto della persona e del fine del bene comune) in Italia si è persa specialmente nella maggior parte delle classi dirigenti politiche, amministrative, imprenditoriali, sociali.
L'etica pubblica e la cultura della legalità sono latitanti in tutto il nostro Paese (altro che “Roma ladrona” della lega di Bossi).
“I ladri vanno cacciati dalla politica” dice Renzi, ma dalle parole bisogna passare ai fatti.
Epperò le leggi non bastano, deve cambiare il modo d'essere dell'opinione pubblica che spesso ammira chi ruba e non si fa scoprire. Occorre che cambino la mentalità e il costume correnti.
Le persone non devono guardare al “particulare” individuale, di famiglia, di partito, di “Padania” etc., ma all'interesse dell'intero Paese.
L'Italia ha bisogno del Mezzogiorno per esprimere tutto il suo potenziale in termini di capitale umano, di risorse ambientali, di turismo, di agricoltura ed energie rinnovabili eco-compatibili. Il Paese ha urgente bisogno di crescere e crescerà di più se ridurrà il divario tra Nord e Sud altrimenti il suo declino diverrà inarrestabile.
Ancora il Sud ripercorre un calvario di esodo che sarebbe destino se non dipendesse dalla politiche a suo danno.
Continuando di questo passo l'esercito dei senza lavoro toccherà livelli da rivolta sociale. La Corte dei Conti ha detto basta con le tasse spropositate che frenano ogni speranza di rinascita nazionale.
I nuovi gruppi dirigenti devono sconfiggere la vecchia antropologia puramente materialista, una burocrazia che frena e un sistema fiscale ossessivo che stanno soffocando e bloccando il nostro Paese.
Il “semestre europeo” rappresenta una grande opportunità per l'Italia e per l'Unione nel suo insieme per rimettere al centro dell'attenzione le riforme necessarie per il ritorno alla crescita.
È un'occasione da non perdere per l'Europa, per l'Italia, per il sud.
                                                                       Francesco Recchia

 

 

 

domenica 22 giugno 2014

EMOZIONI E IMMAGINI

Ho già detto, in precedenti interventi sulla produzione creativa, che Enrico Bagnato è un artista fecondo e poliedrico, che spazia dalla poesia al dramma, con “LA MOGLIE DI SIR WILLIAM”, Gruppo Poeti La Vallisa, 2014, ci regala una doppia raccolta di poesie (2009 – 2013), la prima, che dà il titolo all’intero libro, “La moglie di Sir William” che comprende 40 composizioni; la seconda, col titolo “Tra foglia e foglia”, che comprende 31 poesie.
  Il volume, la cui copertina offre l’immagine tratta da un dipinto di Van Dick, “I coniugi Arnolfini”, mi sorprende piacevolmente per la brillante idea di raccontare il viaggio interiore <<a tappe>> dell’io poetico da un tema all’altro, passando senza alcuna violazione semantica dall’amore come dono quotidiano; alla natura nelle molteplici immagini dei suoi componenti; alla società odierna come civile impegno o solidarietà; alla religiosità come sentimento laico; alle difficoltà di vivere come analisi di particolari stati d’animo, suscitando emozioni e riflessioni. Temi questi affrontati con cipiglio e descritti con parole agili, essenziali e profonde, che mettono in evidenza, con sicurezza, il nucleo principale del messaggio poetico e giungono dirette alla mente e al cuore del lettore.
  Passando all’esame dei singoli temi, cercherò di evidenziare, nello spazio di questa recensione, alcuni elementi o immagini di particolare intensità emotiva che caratterizzano i suoi versi.
   Ai pressanti richiami di Cupido, il poeta risponde con  versi dedicati alla sua donna “ideale”; versi piani, ricchi di sana e viva passione, che sembrano scorrere via come pensieri sottovoce dell’autore, tra sé e sé:”Voglio farti fiorire/ come una rosa al sole/ sotto un fuoco di baci”, VOGLIO FARTI FIORIRE, pag.64; e dopo alcune pagine, un canto dolce di speranza per lenire le sue delusioni sentimentali:”Lontano amore/ amore lontano/ oh quanto tempo e spazio/ ci separano/ Dove sei non so/ non so come raggiungerti/ Tra noi il vuoto dell’assenza…”, LONTANO AMORE, pag.104.   
    La capacità di Bagnato di analizzare gli elementi della natura, va oltre la pura descrizione visiva. È piuttosto l’intimo bisogno di rendere concreto la profonda sensibilità e l’amore autentico e puro per tutte le creature del creato. Leggiamo alcuni versi:”Neve di seta su bruni/ dorsi di colli pettini/ di rami e nudi tronchi/costeggia sinuosa la strada/ che sale verso cime imbiancate./ Gelida un’aria/ esplosa di luce e vento/ accompagna l’ascesa/ fino agli impianti./ Dove tra riflessi di sole e ali d’ombra/ sgrana un laico rosario/ la seggiovia triposto”, VALLE DELLE GRAVINE, pag.75 e ancora “Un gatto rosso/ dal piumoso pelo/ occhi verdi attrice/ seduto in attesa/ dinanzi alla porta a vetri/ di una salumeria…”, GATTO ROSSO, pag. 87.
   Nella poetica di Bagnato la società contemporanea occupa un spazio privilegiato  e in modo particolare quella dei territori dove vige un clima di violenza fisica e psicologica. Ma se l’odio genera sopraffazione, l’amore è l’unica forza che dà libertà e dignità agli umani:”Il paradiso dei poveri è l’amore/ Sbarcano da un gommone/ disperati in fuga, si accalcano/ sulla banchina del porto, a Lampedusa/ Tra essi, un ragazzo e una ragazza di colore/ amorosamente si parlano e sorridono./ Scorgo in entrambi la quintessenza della felicità./ Il paradiso dei poveri è l’amore.”, IL PARADISO DEI POVERI, pag.65.
  L’aspetto spirituale è un tema presente nella produzione creativa di Bagnato, inteso non nel senso confessionale bensì laico,cioè come religioso amore per le nostre sensazioni e per le nostre emozioni, esempio:”Non prendiamoci in giro, Signore./ Tu mi conosci bene/ e io so il mio dovere. Però…/ Tra noi resta un però…/ Sta di fatto che io/ incontrovertibilmente/ resto in credito nei tuoi confronti/ come tutti i non responsabili/ del proprio esistere…”, PREGHIERA LAICA, pag. 51.
   Diverse per contenuto e per riflessioni sono le poesie che veicolano il tema esistenziale ossia la quotidiana fatica di  vivere, la ricerca di nuove armonie ottenibili e praticabili,  la volontà di riconoscersi in ciò che autentico e umano sono analizzate e messe in evidenza con viva energia di pensiero e di emozioni. Ne sono esempio:”Siamo viaggiatori, pellegrini/ in nessun luogo appagati./ Non ci incatena bellezza/ sempre nuove figure d’armonia/ spronati a cercare…”, SIAMO VIAGGIATORI, pag.48 e di seguito:”Incontro si trascina un vecchio/ con stenti passi,/ appoggiato a un bastone/ e mi fissa con uno sguardo spento./ In lui come in uno specchio mi rifletto, benché non  trascini il passo,/ non mi appoggi a un bastone/ ed abbia vispo l’occhio…”, COME IN UNO SPECCHIO, pag.101.
  Temi, o motivazioni diverse, dunque, guidano il lettore lungo il viaggio del racconto poetico in apparenza senza alcun legame tra loro; esse invece procedono tramite mini esplosioni emozionali, un chiaro filo rosso che  senza retorica o artificio letterario dà unità e scaglie di luce a un bisogno di affermare le certezze dell’uomo contro le impossibilità e le negazioni della vita.
                                                                                         E. C.

 

      

lunedì 9 giugno 2014




IL MOVIMENTO INTERNAZIONALE "DONNE E POESIA" 

    in collaborazione con 
 
SINDACATO NAZIONALE SCRITTORI - SEZIONE       “PUGLIA - BASILICATA” 
             Membro European Writers’ Council 
 
                             Presentazione libro 

 Scritti di psicocritica - Profili psicologici di poeti e narratori italiani contemporanei 

 di Enrico Castrovilli Psicologo e Scrittore



Sabato 31 maggio si è tenuta a Bari la presentazione del libro "Scritti di psicocritica - Profili psicologici di poeti e narratori italiani contemporanei" dello scrittore e medico psicologo Enrico Castrovilli.
Dopo una breve introduzione della Professoressa Anna Santoliquido sulla vita dell’autore del libro, lo scrittore e. BAgnato ha illustrato il testo ponendo l’attenzione sulla diversificazione dei termini “ Psicologia – Psicanalisi e Psicocritica “. A parere di Bagnato l’autore Enrico Castrovilli ha saputo cogliere nei testi degli autori da lui affrontati quegli aspetti che noi non saremmo stati in grado di capire. Successivamente la prof.ssa Santoliquido ha posto allo scrittore Castrovilli la domanda se la critica da lui svolta è incentrata sui personaggi presenti in un’opera o sull’invenzione dell’autore. Castrovilli rispondendo sottolinea come ogni scrittore abbia una sua psiche  e pertanto i suoi personaggi sono l’espressione dell’autore stesso. Il Castrovilli evidenzia come gli autori presenti nel testo sono stati messi in quell’ordine (da Gadda a Sangiorgi) perché rispondenti ad uno specifico significato. Durante la serata sono state lette alcune poesie dello scrittore Enrico Bagnato e del prof. Castrovilli. Successivamente è intervenuto il prof. Giancane elogiando il lavoro svolto dal Castrovilli in quarant’anni di studio e ricerca sui testi e sugli autori, evidenziando l’originalità di questo studio. Sono seguiti numerosi dibattiti tra l’autore ed il qualificato pubblico intervenuto alla serata. A conclusione della presentazione, la prof.ssa Santoliquido ha presentato il Movimento Letterario Salentino, fondato e presieduto dal professore Castrovilli, invitando la segretaria, la pittrice Antonella Miccoli, ad illustrare l’attività svolta dal Movimento stesso ed i progetti futuri, tra i quali la prossima mostra di pittura e poesia.  
                                                                                      La Segretaria del MLS
                                                                                          Miccoli Antonella












martedì 3 giugno 2014

LIBRI-libri

BELLA MIA di Donatella Di Pietrantonio.
  Sinossi
La storia di una giovane donna che suo malgrado si ritrova a rivestire il ruolo di madre, nonostante quell’idea di sé fosse stata già da tempo abbandonata, con un adolescente taciturno e scontroso, che è quasi uno sconosciuto. È ciò che succede alla protagonista e voce narrante di questo romanzo di intensità e dolore  crudele, quando Oliva, la sorella gemella, che sembrava predestinata alla fortuna, rimane vittima del terremoto de L’Aquila, nella notte del 6 aprile del 2009. Il figlio Marco viene affidato al padre, musicista di fama che vive a Roma, che però non sa come occuparsene. Perciò spetta alla protagonista e alla madre anziana prendersi cura del ragazzo, trasferite nelle C.A.S.E. provvisorie degli sfollati. Da allora il tempo trascorre in un lento e tortuoso processo di adattamento reciproco, durante il quale ognuno deve affrontare non solo il trauma del presente ma anche di tutto il passato. Ed è proprio nella nostalgia dei ricordi, nei piccoli gesti gentili e nelle attenzioni di un uomo speciale, che può nascondersi l’occasione di una possibile rinascita.
  Nota Critica
Ambientato a L’Aquila, BELLA MIA è una cronaca interiore che percorre un sentiero narrativo lungo e tortuoso nel tentativo di riadattare, di reinventare,di ricostruire e di ricercare una nuova esistenza dei personaggi principali della vicenda e dei comprimari. Inoltre, l’io narrante mette in luce, come in tutte le vicende drammatiche, estreme, l’inquietudine, l’emozioni, le paure e il recupero delle forze psichiche che alcuni animi femminili hanno la capacità innata di mettere a disposizione.  Scritto con una prosa sintetica, vagliata con saggezza, poetica, che a tratti ha il timbro della prosa lirica, Donatella ci parla di un comportamento di una donna, la protagonista, sostenuta da un sentimento amoroso profondo e altruista e spinta  da una segreta fiducia nel futuro, nella quotidiana lotta per sopravvivere, per rielaborare il lutto e la solitudine, per ricostruire il tessuto intimo degli affetti familiari e quelli sociali. Pur nelle presenti difficoltà soggettive e oggettive, sostenute da paure motivate e da dubbi di immaturità psichica dinanzi a problemi psicoeducativi di crescita di Marco, figlio della sorella  gemella deceduta durante il terremoto, infondo al tunnel della disperazione appare, la speranza, il desiderio, la volontà di far risorgere.
  In ultima analisi, la storia ci parla di dolore, ma c’è anche il coraggio e la forza di un grande amore contagioso che danno la capacità di affrontare e di superare le avversità della vita .
                                                                                                        E.C.