giovedì 1 febbraio 2018

COSA SONO LE EMOZIONI

Senza voler entrare nei complessi meandri della neuroanatomia e dei numerosi livelli di funzioni cerebrali e né nelle polemiche tra scienziati  che non si trovano d’accordo su cosa sia un’emozione e anzi i punti di vista sono molteplici e spesso opposti, per noi in questo spazio è sufficiente rispondere che, secondo Daniel Goleman, psicologo, giornalista e studioso di fama internazionale nel campo dell’intelligenza emotiva, le emozioni sono un’insieme di cambiamenti che il corpo esperisce in risposta a stimoli esterni ed in base ad immagini mentali che attivano uno specifico sistema cerebrale.
Con altre parole, le emozioni sono  sentimenti, con le loro situazioni psicologiche e biologiche, che le caratterizzano, e inoltre con una serie di tendenze naturali ad agire.
Pertanto le emozioni costituiscono elementi insostituibili della vita umana, perché sono patrimonio genetico di tutti e fanno parte del vivere quotidiano.
 Alla luce dei risultati delle attuali ricerche, è possibile una reale suddivisione delle emozioni in due grandi categorie:
-         Emozioni primarie, già presenti alla nascita o di base; hanno un fondamento biologico.
-         Emozioni secondarie, da adulti, basate sulla formazione d’immagini mentali strutturate sulle emozioni della fase iniziale.
Individuate le categorie d’appartenenza, cercheremo ora di proporre, senza alcuna presunzione esaustiva, una sintesi – perché vi sono moltissime emozioni con le loro sfumature e variazioni - delle principali famiglie emozionali fondamentali individuate da Goleman, ponendole a guida di un nostro prossimo lavoro di didattica emozionale:
-         Collera: ira, risentimento, irritabilità, odio, violenza patologica.
-         Tristezza: pena, dolore, malinconia, solitudine, disperazione, depressione.
-         Paura: ansia,timore, tensione, spavento, terrore, fobia e panico casi psicopatologici.
-         Gioia: felicità, diletto, godimento, soddisfazione, capriccio, estasi, euforia.
-         Amore: accettazione, benevolenza, fiducia, gentilezza, devozione, infatuazione.
-         Sorpresa: shock, stupore, meraviglia, trasecolamento.
-         Disgusto: disprezzo, sdegno, avversione, ripugnanza, schifo.
-        Vergogna: senso di colpa, imbarazzo, rammarico, rimorso, umiliazione, rimpianto, mortificazione, contrizione.
 A questo elenco l’autore aggiunge alcune emozioni miste quali la gelosia, la speranza, il coraggio, la fede, il perdono, l’invidia tra rancore e astio, e ancora altre.
 Una variegata moltitudine di emozioni, quindi, moti dell’animo che predispongono e regolano l’esistenza umana. Ed è ciò che a noi occorre per le prossime ricerche.
  L’obiettivo di regolare e/o modificare condizionamenti interni ed esterni di una vita è un compito difficile, ma non impossibile secondo alcuni addetti ai lavori. E allora perché non cercare  attraverso l’apprendimento di mettere le emozioni al servizio dell’educazione? Per Goleman è un argomento attuabile. Tuttavia, aggiunge, bisogna
stabilire quando debba iniziare l’insegnamento. Per alcuni studiosi deve iniziare sin dai primi anni di vita e di affidare ai genitori il compito di sviluppare e fare acquisire le  prime abilità emozionali essenziali, naturalmente con l’aiuto di uno istruttore.
 Superando la tradizionale visione dell’educazione, che fa prevalere solo gli aspetti cognitivi a discapito di quelli emozionali, essa permette di rivalutare l’idea della educazione globale, fondata sul principio che l’attività educativa debba comprendere nel suo insieme intelletto ed emozioni. D'altronde è noto che la persona non può formarsi in modo completo se non si sviluppa coscientemente anche la sfera emozionale e, viceversa, la sfera emozionale aiuta a completare la formazione della persona,
 A tale proposito Goleman  parla di scuola e di programmi scolastici. Secondo lo studioso, la strategia dell’educazione emozionale è quella di non sovraccaricare di lavoro gli insegnanti creando una nuova materia, ma di mescolare le lezioni sui sentimenti e sui rapporti interpersonali con gli altri argomenti già oggetto d’insegnamento. E suggerisce di fondere naturalmente le lezioni emozionali con materie quali lettura e scrittura, educazione sanitaria, scienze e altre ancora.
  Noi abbiamo scelto, come modello didattico, il racconto breve o se preferite, bozzetto o exsemplum, ma la sostanza non cambia. L’insegnamento dell’intelligenza emotiva ha un preciso progetto educativo, l’alfabetizzazione emozionale, che, se è ben gestito, può produrre effetti benefici a lungo termine, emozionali e sociali, nella
vita di chi lo ha seguito. Argomento interessante questo, su cui ritorneremo.