mercoledì 21 maggio 2014

LIBRI-libri

A CURA DELL’ATTESA, di Maria Pia Romano
   SINOSSI
<<Non era  nuda abbastanza se non si scioglieva i capelli. Lui la obbligava a farlo, ogni volta>>. Davide è stato per Alba la rivelazione della pulsante voce della vita, la scoperta dell’amore che s’incide sulla pelle, per la prima volta. Nel trascorrere degli anni lei ha cercato di scacciare l’immagine inopportuna di un volto emergente del passato, è diventata una donna decisa e brillante: un ingegnere capace di spiegare ai suoi studenti il mondo dei motori disegnando alla lavagna curve perfette come il suo grembo, tenero portatore di una nuova vita.
  Nell’attesa, Alba sfoglia le pagine della sua esistenza: infanzia chiusa nel cerchio perfetto della sua casa, gli anni a Ruvo di Puglia, poi il trasferimento nel Salento, la dedizione allo studio, le oscillazioni dell’animo. E lo sguardo innamorato di Filippo, il suo presente.
  NOTA CRITICA
   La narrativa di Maria Pia Romano è un inno all’amore, un sentimento intimo
privo di retorica, descritto sia come passione che incide sulla pelle che come atto di tenerezza, di compassione, sullo sfondo di alcuni ben conosciuti paesaggi pugliesi e di rimandi letterari e di apprezzati scrittori e scrittrici contemporanei.
La trama è sostenuta da una scrittura tutta al femminile, ricca d’immagini poetiche, molto curata, con attenzione particolare all’uso dei termini che possono evocare sentimenti e stati d’animo particolare.

                                                                                          E.C.

sabato 10 maggio 2014

LIBRI-libri

ILLMITZ di Susanna Tamaro
Sinossi
Un giovane venticinquenne decide di intraprendere un viaggio a Illmitz, città al confine tra l’Austria e Ungheria, in cui viveva la sua famiglia prima che i genitori si trasferissero sul Carso. È un viaggio decisivo, che il protagonista, ora residente a Roma, ha deciso di compiere per fare i conti con se stesso, con la propria inquietudine, la propria fragilità, e per dare un senso a uno strisciante senso di inadeguatezza, al mondo e alle persone che lo circondano. Ma sarà, per lui, inevitabilmente, un viaggio insieme ai fantasmi che si stagliano nella propria memoria: Agnese, sua sorella, morta bambina, investita mentre attraversava una strada a occhi chiusi per mettere alla prova l’esistenza dell’angelo custode; il suo amico d’infanzia, Andrea, rimasto nel paese natale, sul Carso, lui sì, in salvo, vicino alle proprie radici, sua madre. Ma, soprattutto, Illmitz fa emergere il centro di questa inquietudine: Cecilia, la esuberante, un desiderio avvolgente, una vitalità istintiva. In lei il protagonista si specchia e con lei dovrà fare i conti.
  Nota Critica
  Concepito  da una Susanna Tamaro di ventidue anni, Illmitz è un scavo analitico, o meglio, un viaggio interiore di un giovane senza nome, con vocazione a <<macinare>> sogni  <<e sospeso tra euforismo e cinismo>>,  il cui animo, intrappolato nella sottile rete dei dubbi e delle inquietudini, si mostra al lettore in tutta la sua fragile struttura psicologica.
  È un’ agile, intensa e commovente storia di un’anima sensibile che desidera trovare la serenità interiore e la propria dimensione psicosociale  in un ambiente differente da quello di una grande città e con nuovi amici più disposti a dialogare.    

                                                                                                                      E.C.

sabato 3 maggio 2014

GARIBALDI TRA IMPRESE EROICHE E SENTIMENTI

Dopo quel magnifico e articolato racconto  di erotismo sottovoce veicolato dalla poesia, mezzo letterario privilegiato dall’autore per comunicare emozioni e varie aspettative dell’uomo contemporaneo, dal titolo <<Elegie per Lucilla>>, Enrico Bagnato mi dona una nuova e straordinaria chicca <<POEMA GARIBALDI>> (Ed. Arte Teatro, 2014), un monologo lungo tutto il libro (129 pagine) da cui affiorano spezzoni di vita reale, come residui della memoria che le circostanze del tempo cronologico riportano in superficie ripescate dal profondo scrigno della coscienza; tracce indelebili che, parola dopo parola, verso dopo verso, come mattoni costruiscono le basi di un cammino interiore faticoso e pervaso da una lucida atmosfera di coraggio, di altruismo, di morte, di angoscia, di delusione, di ingiustizia, di sentimenti.
  Ora, nello spazio programmato di questo intervento, prenderò in considerazione  per prima l’aspetto letterario del dramma per poi soffermare  la mia attenzione analitica su di un tema ricorrente nella produzione creativa in versi di Bagnato.
 Per quanto riguarda il dettato poetico, rilevo, in breve, che esso è scritto in versi liberi e adotta una piattaforma irregolare per dare più efficacia e sonorità all’io narrante.
   Per la presenza  costante <<delle parole innamorate>>  - rilevate in precedenti interventi  sulla poesia – dirò che, dal punto di vista specificatamente psicologico, Enrico Bagnato, come poeta al servizio del sentimento amoroso, ha saputo cogliere e descrivere con una cifra stilistica elegante, precisa, nitida e costellata di momenti di sani e vivi sentimenti, isole di serenità, che acquistano testimonianza tangibile di un vissuto senza alcun dubbio avventuroso ma anche ricco di valori umani in un mondo soggiogato dall’odio, dalla violenza, dalla sopraffazione.
  Seguendo il filo logico di questa interpretazione, esaminiamo alcuni versi del dramma  per dare corpo e visibilità alla voce dell’io narrante, intenta a ridare vita a vicende del passato, a epifanie di volti amati.
   Prima d’iniziare il viaggio analitico alla ricerca degli esempi da citare, ritengo utile precisare che Bagnato ha il pregio di mettere a fuoco, con sagge pennellate semantiche, immagini significative di ambienti umani, che rivelano sentimenti intimi o disagi psichici dei personaggi.
   Leggiamo ora alcuni versi in cui le emozioni sono il perno delle azioni:
<<Restai abbagliato./ A lungo ci fissammo/ senza parole,estatici./ Devi essere mia!./ d’impeto esclamai./Consentendo chinò il capo e sorrise./ Anita si chiamava l’amor mio./ Ci frequentammo, pazzi/ d’amore e di passione” pagg.23-24.  Se questi versi suscitano slanci di desideri e di aspettative gioiose, al contrario al richiamo della moglie morente, una improvvisa tempesta psicologica investe l’anima di Garibaldi:<<Rimasi con angoscia a contemplarla:/ il viso pallido, tirato, una/ bava a fior di labbra, gli occhi chiusi,/ con le mai convulse/ s’aggrappava alle mie; di tratto in tratto/ Josè, non lasciarmi! – mormorava -/ non lasciarmi, Josè! -/ Piangevo, stringendola al petto/ disperato…/, pagg.56-57.
  Addentrandoci in questo mondo di sentimenti, la componente affettiva diventa un veicolo privilegiato per stabilire un contatto con le persone care,  per cui ai figli dedica parole essenziali da cui emerge la figura tenera del padre :<<Allora/ ritornai a Nizza per curarmi/ e abbracciare moglie e figlioletti/>>, pag.46; e qualche pagina dopo quasi sottovoce  il ricordo di un periodo sereno e felice<<Un’esistenza semplice, idilliaca,/ con i figli Menotti, Teresita,/e il piccolo Ricciotti/>> pag.63; e ancora come un eterno sigillo d’amore paterno <<Le mie ceneri,/ dentro un’urna, saranno inumate/ nel sepolcro delle mie bambine/ Rosa e Anita/>>, pag.129.
   In altri versi possiamo verificare il valore di un sentimento, l’amicizia, che non si è smarrito negli orrori delle battaglie o nell’odio delle persone  <<Di lì a poco, con mio gran dolore,/morì in uno scontro con Moringue/ l’amico  Enrico Rossetti >>, pag. 30, e ancora <<Strinsi amicizia, a Bologna, tra gli altri,/ con un patriota indomito, Angelo/ Masina…>>, pag. 48.
  Infine, morente un lampo di luce divina sciolse la sua coscienza dando alimento vivo alla speranza di salvezza <<L’ardore/ delle imprese mi ricorda; la cui/ mutevole bellezza/ col destino e con Dio mi riconciliai.>>, pag. 128.
   Un dramma ricco di fatti storici e di aspettative umane, insomma, questo “Poema Garibaldi”, che suscita interesse e ammirazione per la sua scrittura elegante e disinvolta e per quei momenti che lasciano profonde emozioni nell’anima del lettore,                      
                                                                                 E. C.