giovedì 15 marzo 2018

IL TEMPO DELLA GIOVENTU'

           
È un romanzo di formazione che narra la storia dello sviluppo emotivo, culturale e sociale di un giovane studente/lavoratore meridionale e la realizzazione della sua vocazione.


Ciao Enrico
ho appena finito di leggere 'Il tempo della gioventù' e devo dire
che
il libro mi è piaciuto. La storia di Carlo Corti ,tra il luogo natio, i
primi amori e le lotte studentesche(i cortei, le marce, gli scontri ,la
filosofia di fondo)avvincono il lettore, specie se è un lettore che
quegli avvenimenti(come me)li ha vissuti o comunque li ricorda bene. Lo
stile è sempre gradevole, le notazioni psicologiche sono
ovviamente ben inserite. Complimenti

Daniele G. Docente (UniBari)

giovedì 1 marzo 2018

LA FRAGILITÀ' UMANA UN'EMOZIONE DEBOLLE


Da una sensazione di stretta al torace in seguito a uno scontro verbale con un familiare o con un caro amico, all’improvviso e apparente immotivato vuoto mentale alla vigilia di un esame a scuola o all’università oppure di un importante dibattito pubblico e , ancora, la sensazione d’angoscia alla notizia di una grave malattia fisica, la nostra umana fragilità è presente in diverse forme in ogni ora e in ogni stagione della nostra vita.
  Come  definire e percepire la fragilità umana?
 Il concetto di fragilità è stato oggetto di continuo interesse in questi ultimi decenni e, benché ampio spazio vi sia stato dato dalla letteratura scientifica non si è raggiunto pieno accordo sui criteri per individuarlo. Tuttavia, per quanto riguarda la nostra ricerca, il Professore Eugenio Borgna, psichiatra e fenomenologo di fama, sostienine che a differenza di quanto abitualmente i dizionari considerano la fragilità come indice di gracilità, di scarsa consistenza, di debolezza, oggi le cose sono cambiate nel senso semantico, perché  accanto ai significati ora indicati, il dizionario ( Il Dizionario analogico della lingua italiana edito nel 2011 da Zanichelli) assegna alla fragilità i significati di sensibilità, di vulnerabilità, di delicatezza e del loro possibile incrinarsi nel corso della vita. Borgna conclude definendo la fragilità come qualcosa che facilmente si rompe , e fragile è un equilibrio psichico che facilmente si frantuma.
  Presente sin dalla nascita, la fragilità umana come una via attraversa zigzagando e oscillando  le varie stagioni dell’esistenza, lambendo varie aree tematiche talora apparentemente lontane tra loro.  Se, quindi, la fragilità è una esperienza umana, ci sono anche momenti in cui la presenza, o almeno la sua percezione, si accentua , o si inaridisce, ma in ogni caso dovremmo educarci a riconoscerla negli altri e in noi.
  Su questo particolare aspetto pare che la cultura contemporanea non dia risposte adeguate, o sufficienti. Il nostro, infatti, è il tempo della ricerca dell’ effimero, del benessere psicofisico e della rinuncia delle mete di alto profilo. Un siffatto vivere permette di favorire il nascere di tipi ideali: l’uomo efficiente fisicamente e psicologicamente, esteticamente disposto al perfetto, in continua ricerca di successo. Ma dietro la facciata di tanta sicurezza e forza, fioriscono diversi drammi d’inferiorità psicofisica, dipendenza e solitudine, grettezza ed egoismo.
  Dal punto di vista psicologico, il problema  non ha facili risoluzioni,  anche se non manchino echi di future speranze. Rimangono  soprattutto da risolvere i molteplici fattori che oggi rendono la persona indifesa ed esposta alle intemperie quotidiane della vita e resi più crudi da una cultura che ha insegnato e continua ad insegnare a nascondere le debolezze, a non far emergere i difetti che impediscono di far risaltare i pregi e la stima di se stessi.
 Di seguito, analizzeremo brevemente alcune situazioni di particolare disagio psichico:
-         L’arrivo del bambino.
Nelle prime fasi di vita, il neonato deve ricevere dai genitori, e in modo particolare dalla madre, moltissime cure, perché  noi siamo, tra i primati, gli individui più vulnerabili. Compito abbastanza arduo per molte giovani madri, che oggi sono disoccupate e non hanno disponibilità economiche per accogliere e crescere la propria creatura.
-         La malattia.
 La malattia  modifica il modo di vivere di ciascuno di noi, ci rende fragili nell’anima e nel corpo, e bisognevoli di accoglienza  di chi circonda il letto. Spesso i ritmi quotidiani della famiglia si dissestano, creando un notevole disagio assistenziale e organizzativo tra i componenti.
-         Relazioni interpersonali.
La nostra fragilità si svolge e si articola con l’ambiente naturale e con gli altri esseri umani. Questa innata capacità di stare insieme, è a volte resa difficile dalla presa di coscienza della propria debolezza  psichica. Tuttavia,  non essendo auto sufficienti, siamo aperti alle parole e ai gesti degli altri.
-         La condizione anziana.
Un evidente pregiudizio assedia  la terza età della vita nella sua fragilità, di questa età considerata inutile, forse perché gli anziani non possono più avere un ruolo attivo nella società contemporanea; e non è facile sfuggire al fascino malefico del pregiudizio che nel suo intimo nasconde il disprezzo per la debolezza psicofisica  che si manifesta nella vita incrinata dalla malattia, dagli handicap e dalla condizione anziana intesa come una vita nella quale le emozioni e gli stati d’anima si inaridiscono e si svuotano di aspetto spirituale e religioso. Ma ciò non risponde al vero, perché la vita emozionale rimane autentica e dotata di senso anche nella condizione di terza età.
   L’anziano va dunque considerato soggetto attivo alla costruzione della società, secondo le possibilità di ciascuno. In tal senso una società matura è chiamata a non tralasciare l’anziano bensì a promuoverne le risorse di cultura, di trasmissioni di valori e di vissuti, di abilità e capacità attuali individuali e di spiritualità.
   Argomento attuale, la fragilità umana, di grande interesse, che sarà oggetto dei nostri prossimi interventi.