lunedì 15 settembre 2014

I COLORI DELLA POESIA

Quella della pittrice salentina, Antonella Miccoli, non è stata una semplice mostra di pittura, bensì una serata all’insegna dell’arte. L’inaugurazione svoltasi lo scorso sabato 13 settembre presso la Pinacoteca “ Salvatore Cavallo “ di San Michele Salentino, infatti, si può definire un pastiche, perchè si sono fusi tre diversi linguaggi artistici: “poesia, pittura e  musica”. Il numeroso pubblico presente ha potuto apprezzare così, non solo la qualità delle immagini e il fascino dei versi, ma anche la soavità delle note musicali con le quali le due violiniste, Martina Barletta e Claudia Ligorio, hanno allietato gli intermezzi. La pittrice, appassionata da sempre di letteratura italiana e francese, ha  riportato sulla tela la propria interpretazione di alcune poesie di autori del passato e del presente, tra i quali il poeta Vittorio Bodini, cui è stata dedicata la serata. L’assessore alla cultura di San Michele Salentino, avv. Maristella Menga, nell’aprire la serata,ha voluto porre l’accento sul connubio felicemente riuscito tra poesia e pittura dall’artista. Di seguito, la professoressa Rita Fasano, critica d’arte e curatrice della Pinacoteca, ha ricordato come, dall’antichità sino ai giorni nostri, sia stato possibile il dialogo tra le diverse forme d’arte. Ha sottlineato, inoltre, lo studio e l’analisi affrontati dalla pittrice nell’interpretare e riportare sulle tele i segni semantici dei componimenti poetici, dando modo, di far fruire ai presenti i medesimi sentimenti ed emozioni evidenziati dalla disposizione dei colori.
  La pittrice, Antonella Miccoli, molto soddisfatta per la riuscitissima serata, ha chiuso ringraziando le autorità, le relatrici e il pubblico presente.
                                                             
                                                                                              Giovanni Basile
 
 

 
 
 

sabato 6 settembre 2014

LIBRI-libri

I GIORNI DELL’ABBANDONO, Elena Ferrante.
  Sinossi
Una donna di trentotto anni, serena e appagata viene abbandonata senza alcun preavviso dal marito ingegnere e precipita in un gorgo scuro e antico. Rimasta con i due figli e il cane, profondamente segnata dal dolore e dall'umiliazione, Olga, dalla tranquilla Torino dove si è trasferita da qualche anno, è risucchiata tra i fantasmi della sua infanzia napoletana, che si impossessano del presente e la chiudono in una alienata e intermittente percezione di sé. Comincia così una caduta rovinosa.
  Nota critica
In questo romanzo di chiaro aspetto psicologico al femminile, Elena Ferrante analizza con una adeguata capacità introspettiva il susseguirsi di una serie di disturbi psichici partendo da un comportamento caratterizzato da dissociazione, da incuria, da vera e propria dimostrazione di anaffetività verso i figli e da impazienza verso il cane Otto lasciato dal marito. Per mettere in evidenza questa confusione emotiva, la Ferrante impiega un linguaggio pacato ma crudo e  frammentato che traduce volutamente il profondo malessere psicologico della protagonista travolta suo malgrado dagli avvenimenti della vita quotidiana.
 Nel finale, il dolore psichico profondo si attenua, fa capolino un rassicurante sentimento amoroso che Olga sperimenta accettando di frequentare un musicista più anziano suo vicino di casa. Ma è solo un palliativo che non cancella un passato segnato da insicurezze e da delusioni.

                                                                                                                                 E.C.