martedì 1 ottobre 2019

L’IMBARAZZO UN’EMOZIONE DI BREVE DURATA


 A differenza della vergogna – che è un’emozione molto intensa e duratura - l’imbarazzo è un vissuto emotivo meno inteso e limitato nel tempo, perché dipende dalla situazione occasionale.
 Insomma, l’imbarazzo è uno stato emotivo più o meno inteso e di durata variabile (da pochissimi secondi a pochi minuti) che si manifesta esclusivamente in una situazione sociale, caratterizzato da modificazioni psicofisiologiche e manifestazioni comportamentali che esprimono un certo disagio psichico.
Nel corso delle attività quotidiane tutti noi abbiamo provato l’esperienza dell’imbarazzo. Questo è un’emozione strettamente connessa alla presenza e allo sguardo di un’altra persona. Di solito proviamo imbarazzo quando pensiamo che  altri stiano giudicando o possono giudicare in modo critico il nostro comportamento. Proviamo imbarazzo allorquando avvertiamo la sensazione di essere esaminati dagli altri e ciò è vissuto come un serio pericolo per la nostra immagine che desideriamo dare a noi stessi. La maggior parte degli studiosi che si sono interessati di studiare questa emozione, infatti, convengono nel collegare strettamente l’esperienza dell’imbarazzo a situazioni che mettono in crisi l’immagine pubblica dell’individuo. Perché nasca questo tipo di emozione, quindi, necessita che gli attori presenti in scena siano almeno due: colui che si imbarazza e chi causa o assiste all'imbarazzo.
 L’espressione specifica dell’imbarazzo (il rossore, l’agitazione motoria, le alterazioni della voce), di là a indicare agli altri l’emozione che stiamo provando, fanno manifestare nuovo imbarazzo. A livello comportamentale l’imbarazzo si manifesta con un modo tipico: si distoglie lo sguardo dall'interlocutore, si assume un portamento inflessibile o, al contrario, compiono movimenti irrequieti degli arti e delle mani, si alterna la posizione continuamente. Quando ci sentiamo imbarazzati si mira ad allentare la tensione emotiva mettendo in atto comportamenti quali toccarsi ripetutamente i capelli o giocherellare con piccoli oggetti. Il tono della voce diventa più acuto, a volte si balbetta, nel discorso ci sono frequenti esitazioni o lunghe pause tra una parole e l’altra. A livello psicofisiologico il segnale tipico dell’imbarazzo è rappresentato dal rossore improvviso di viso e collo, accompagnato da respirazione irregolare , aumento di sudorazione, secchezza delle fauci.
 Tra le considerazioni più imbarazzanti ce ne sono alcune a che fare con il nostro stato emotivo e la nostra fisiologia: sudare, arrossire, balbettare. Inoltre proviamo imbarazzo anche quando mettiamo il piede in fallo, cadiamo, rovesciamo oggetti, quando per sbaglio o per distrazione rompiamo qualche oggetto prezioso. Ci sentiamo imbarazzati quando si è costretti a riportare in un negozio della merce che desideriamo sostituire o cambiare o quando acquistiamo qualcosa per cui potremmo sentirci giudicati.
 Ciò può accadere in quanto siamo convinti che saremmo certamente giudicati negativamente. Di conseguenza, bisogna individuare questi pensieri negativi e le seguenti emozioni che producono e poi impegnarsi attivamente per sostituirli con altri positivi.
 In ultima analisi diciamo che alcune persone cambiano le proprie abitudini per evitare di finire in situazioni imbarazzanti e ciò è comprensibile, perché l’imbarazzo è una sensazione spiacevole. Tuttavia se in quel particolare momento ci accade di non trovare la parola giusta, meglio tacere. Le frasi di circostanza servono solo a superare il proprio imbarazzo e a non comunicare affinità. E come tali – le frasi - sono comprese.