A
volte quando ci svegliamo o durante la giornata dopo un periodo di duro lavoro,
ci sentiamo stanchi più del solito, e pensando a tutto ciò che dobbiamo fare ci
sembra troppo noioso o difficile. Arriva all’improvviso la pigrizia come una
mancanza di determinazione nel compiere un’azione di cui si riconosce
l’importanza e si traveste con nomi differenti, quali: ozio, fiacchezza,
poltroneria, accidia, fannullaggine.
La pigrizia, quindi, può giungere per varie
ragioni. Certe volte arriva con le abitudini giornaliere, quando svolgiamo le
medesime attività, e pure a volerle sostituire con altre, abbiamo timore di
farlo. In questi casi, la pigrizia diventa una scusa per far restare le cose
come sono. Essa diviene un avversario da sconfiggere in qualunque modo in
quanto mette a rischio la nostra felicità.
Talora può essere generata dalla stanchezza
psicofisica. In questi casi, dopo un periodo di faticosi impegni, non si ha
voglia di fare niente e il solo pensiero di compiere ulteriori impegni ci causa
una terribile emicrania. Naturalmente, in questa circostanza la pigrizia è come
una specie di meccanismo di difesa, un campanello d’allarme che abbiamo bisogno
di riposare e recuperare le forze.
In realtà, se ci giriamo indietro e analizziamo
gli attimi in cui siamo attaccati dalla pigrizia, è possibile comprendere un
modello comune: erano tutte circostanza in cui eravamo obbligati ad accollarci
qualche rischio; il pericolo di cambiare alcuni oggetti nella propria vita o di
far fronte a un serio problema. La
pigrizia fa da dispositivo di difesa di fronte a condizioni che sembravano più
grandi di noi dal punto di vista conoscitivo ed emotivo. La pigrizia ci
proteggeva dal possibile cambiamento proprio perché sappiamo bene che il nostro
cervello non è certamente a suo comodo con i cambiamenti, ma preferisce vie già
sperimentate.
Ciò nonostante, la pigrizia è la strada più
corta verso il malcontento. Al di là ad essere una sensazione fastidiosa, ci
ostacola il cammino facendoci rimandare decisioni importanti ed eluderci di
prendere in visione nuovi argomenti che potrebbero aiutarci a migliorare.
Giunti sin qui abbiamo analizzato e compreso che
la pigrizia non può essere la nostra emozione più esperta. Allora, in che modo
possiamo gestirla?
Un metodo efficace consiste nel fare delle
minime attività ogni giorno, in tal modo da avere la percezione di non essere
vessati o costretto. La cosa migliore sarebbe quella di iniziare a produrre
qualcosa che non risulti troppo audace, così da sentirci accoglienti, ma che
nel contempo rappresenti una piccola spia.
A esempio, è regola importante riflettere con
attenzione sul presente, cercando di tenersi occupati anche nel tempo libero
invece di dissipare la mattinata a letto o sul divano, provare a impegnarsi
magari in cucina, a svolgere qualche attività sportiva, o in alternativa a fare
una semplice passeggiata. Se permettiamo che questi suggerimenti positivi
sostituiscano la pigrizia, se sviluppiamo la capacità,
ogni cosa diventerà molto più facile.
Di frequente il pensiero di fallire è il
motivo principale per cui molte persone rimandano le attività. Tra tutte le cause del rimandare a dopo le
nostre attività, la paura di fallire è certamente un’emozione delle più condizionanti.
Infatti chi ha paura di sbagliare di solito è
molto preoccupato di cosa si possa pensare delle sue capacità e perciò
preferisce oziare. Analizzare correttamente e in modo imparziale le proprie
paure ed evidenziare la nostra attenzione su di noi stessi e non sugli altri ci
permetterà di affrontare la quotidianità senza sentirsi giudicati.
A questo punto è reale fissare un obiettivo,
aumentare un poco l’impegno ogni giorno: porsi una nuova competizione.
Constateremo che l’attività chiama altra attività e a poco a poco la pigrizia
ci lascerà in pace. Ogni qualvolta che
riusciremo a svolgere nuovi impegni saremo sicuramente felici, e ciò sarà di
stimolo per uscire dalla nostra zona accogliente stimolandoci a fare nuove
azioni positive. Un mattino ci sveglieremo e la pigrizia ci ha lasciati e al
suo posto vi sarà una persona più produttiva e soprattutto sicura di sé.
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