Certamente, un dubbio è di questa natura
proprio perché non vi è nessuna certezza, perciò in nessun caso il dubbio deve
recare una condanna, difatti persino la nostra tradizione giuridica si fonda
sulla presunta innocenza.
In
breve, un dubbio è un dubbio, e come tale può restare indefinitamente. È
legittimo, anzi sano averne e non implicare alcuna presa di posizione. Senza
schierarsi, non esiste contrapposizione e dunque non ha senso nessuno scontro.
Tra i dubbiosi ci può essere confronto sincero, fecondo e aperto, proprio perché
nessuno ama restare tra color che son
sospesi. I processi naturali mirano in modo naturale a una risoluzione.
Come un macigno che rotola giù dal colle, e prima o poi si arresta, così il
dubbioso ama cercare di capire, perché vuole risolvere e trovare sollievo
rispetto all'ansia dell’incertezza.
Gli psicologi,
invece, sostengono che la predisposizione dell’essere umano a trovare una
spiegazione razionale a ogni problema, anche a domande da tralasciare per la
loro assurdità, può diventare una insidia molto pericolosa.
Cercare, infatti, di dare una risposta logica
a un dubbio è come spalancare l’uscio, andare oltre l’ingresso, per poi
trovarsi di fronte ad altre due porte con il bisogno di sceglierne una, di
conseguenza aprirla, superarne la soglia, per trovarne di fronte altre tre, poi
cinque, poi sette e così via.
Accade
ciò in quanto ogni risposta razionale a un dubbio, che non può essere
districato razionalmente, nascono senza sosta altre domande la cui risposta
genera altrettanti punti interrogativi, incrementando un circolo vizioso
infinito. Logico esito: arresto totale dell’individuo nella sua vita
quotidiana.
Un
dubbio spesso frequente negli adolescenti, a esempio, è quello riguardante
l’inclinazione alla sfera sessuale:<<Sono etero, omo o bisessuale?>>. È chiaro che la risposta a questo dubbio è
insita nelle sensazioni avvertite di fronte a uno dello stesso sesso o di
fronte a una donna e non tanto nelle argomentazioni.
Va da
sé che cercare di far chiarezza sulle proprie naturali tendenze sessuali
proietta oscure ombre e alimenta i dubbi. Si tratta di un circolo vizioso tra
pensieri e sensazioni che complica il problema invece di risolverlo.
Il
soggetto, cascato nel suo stesso tranello, è di solito portato a cercare
ulteriori prove sul proprio genere sessuale, persino a mettere in pratica veri
e propri esperimenti per verificare l’effetto su di sé, producendo ulteriori
incertezze e confusioni, nella maggioranza dei casi accompagnate da “sensazioni
di colpa o di disagi”.,
(G. Nardone, G. De Santis, Cogito Ergo soffro,
Ponte alle Grazie, 2011).
Un
altro esempio di un sofferto cammino dell’individuo succube del dubbio, è in
rapporto con la volontà e l’impegno di respingere razionalmente pensieri
insinuatisi arbitrariamente che inquietano la tranquillità mentale. In questa
circostanza la lotta è tra il pensiero e il pensare: cioè, tramite il pensare
ragionevolmente si tenta d’ invalidare un pensiero illogico o semplicemente
fuori luogo.
Per
concludere possiamo dire che il dubbio è normale, anzi possiamo aggiungere che
può essere considerato un elemento sano, saggio, proprio perché indicatore di
persona matura, che sa riflettere su quello che le sta accadendo, che sta
facendo e si interroga su quale sia il gesto, l’aspetto e/o la risposta più
adeguata.
Il
fatto importante è come sempre l’equilibrio: il dubbio “sano” spinge a
riflettere e a trovare una soluzione soddisfacente.
Nessun commento:
Posta un commento