Immaginare
anche per un attimo una vita priva di emozioni è impossibile: noi ogni istante
del quotidiano lo viviamo per loro, predisponiamo gli avvenimenti in modo che
ci diano gioia e piacere, evitare le situazioni che portano delusioni,
tristezza o dolore.
La nostra vita, quindi, è un crogiolo di
emozioni di funzioni e tonalità variabili: dalle più lievi, quasi
impercettibili, a quelle che lasciano segni profondi.
Dopo numerose pubblicazioni sull’argomento da
parete degli neuro scienziati, oggi
scriviamo e parliamo tanto di
emozioni e della loro importanza nella vita, utilizziamo costantemente gli “emoticons” ( faccine umane che
esprimono: sorriso, broncio e così via) per esprimere e condividere i nostri
stati d’animo con le altre persone dell’ambiente circostante, ma raramente
riusciamo a stabilire un contatto col nostro mondo emotivo. Tuttavia è
importante entrare nel proprio mondo emotivo perché le nostre emozioni ci
guidano all’azione in modo del tutto particolare, ci orientano in una direzione
già rivelatasi idonea per superare le sfide quotidiane della nostra vita.
Si comprende allora perché è importante
parlare della funzione di tutte le emozioni anche di quelle socialmente non
accettate come rabbia e tristezza. La emozioni oltre ad essere locate nel
nostro patrimonio genetico –DNA- guidano il nostro comportamento.
Le emozioni sono instancabili lavoratrici sia
nel nostro interno sia all’esterno, dando un congruo contributo alla formazione
delle relazioni sociali. Recenti studi mostrano, infatti, come la nostra
identità è determinata da specifiche emozioni, che modellano tutto quello che
entra sfera della nostra esperienza e come ci comportiamo noi stessi nel mondo,
richiamando nel contempo risposte negli altri.
Secondo alcuni studiosi, la rabbia ad esempio, ci sollecita nel
riconoscere meglio situazioni d’ingiustizia e ci rende particolarmente attivi
nel cercare soluzioni per porvi rimedio.
Dai dati raccolti sino a questo punto, si
deduce che in linea generale sono identificabili due tipi di emozioni umane:
a)
Emozioni
percepite come positive, ovvero gioia, felicità,speranza pietà,
serenità,soddisfazione, orgoglio e libertà;
b)
Emozioni
percepite come negative, ovvero ansia, paura, tristezza, ira, disgusto, gelosia,
invidia e frustrazione.
Va da sé che non possiamo ignorare la presenza
e l’importanza delle emozioni nella nostra vita. anche perché la loro attività
la possiamo quotidianamente osservare, traducendola poi nel linguaggio verbale.
Qualche esempio:
-
La
gioia è una emozione che fa sentire la persona soddisfatta e motivata alla
ricerca e alla creatività.
-
La
tristezza si origina da un evento di perdita o da uno scopo non raggiunto. Fa
provare alla persona un senso d’esclusione, di abbandono e, spesso, può sfociare
nella psicopatologia, la depressione.
-
La
paura è quell’emozione che porta la persona in uno stato generale di allerta,
come obiettivo finale la sopravvivenza del soggetto a una situazione pericolosa.
-
La
rabbia, generata dalla frustrazione che si può manifestare attraverso
l’aggressività.
-
La
vergogna è una emozione intensa, che se persiste nel tempo, produce un senso di
inutilità e la persona che la sperimenta può riportare serie conseguenze
psicopatologiche.
-
Disgusto,
è un tentativo primordiale di chiudere le narici colpite da un odore nocivo o
di sputare un cibo velenoso.
-
L’ansia
è considerato un buon segnale se utilizzato per prendersi cura del problema che
ci angoscia.
Occorre, dunque, osservare, conoscere ed
esprimere tutte le nostre emozioni. Essere consapevoli della loro presenza
nella nostra quotidianità , ci offre l’occasione ad apprezzare la funzione e il
ruolo di esse e a non respingerle o reprimerle più, ma farne uso come una guida
sapiente per il raggiungimento del nostro benessere psicofisico.
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