Da
molti anni studiosi di diverse discipline scientifiche e umanistiche sostengono
che le parole costituiscono la struttura portante dei pensieri e dell’ambiente
esterno degli esseri umani.
Insomma, ciascuno di noi è consapevole di
essere un insieme di cellule e di suoni organici, per cui, secondo Borgna,
quotidianamente usiamo le parole: parole delicate, equilibrate, aperte al
dialogo e al confronto se esse sono scelte con ponderazione ; parole gelide,
pietrificate, crudeli, oscure se al contrario sono inconsulte, impermeabili al
cambiamento degli stati d’animo.
In letteratura, per esempio, un testo,
poetico o narrativo, si presenta come generato da una urgenza comunicativa alla
quale l’autore si piega per esprimere qualcosa di inesprimibile altrimenti. È
il caso di alcune poesie, che nascono esplicitamente come l’ultimo tentativo di
dare voce all'io poetico. Le parole crepuscolari e umbratili di Clemente Rebora
emergono dalla sua fragilità e dalla sua vulnerabilità, dalla sua estrema
sensibilità alle emozioni e alla sua incapacità di sopportare situazioni
drammatiche; e sono indicibilmente gridi
afoni, fragili e feriti dalla nostra insensibilità, le parole di Amelia
Rosselli, che sembrano racchiudere l’intero cammino poetico. Fragili sono le
parole di Umberto Saba, frutto della sua debole anima, che ritrovano, nel
silenzio della vita, luminosità e vigore dopo avere recuperato il senso
dell’armonia prima con se stessi e poi con tutti i componenti dell’ambiente.
Sono queste, secondo la nostra analisi, le
parole tramutate in fonte inesauribile di materiale poetico dalle persone
corrose dai dubbi e dai propri limiti, dirette, quali innocenti messaggere
emotive, ad una disperata richiesta di riconoscimento, di accoglienza della
loro debolezza strutturale, della loro dignità umana.
Dal punto di vista psicologico il linguaggio
è fondamentale nell'ambito sanitario, dove il medico – con i moti dell’animo
meno turbolenti e più disposto ad offrire spazi all'ascolto ed al
rasserenamento - utilizzando ogni mezzo
lecito a sua disposizione, si avvale delle parole per comunicare ai pazienti i
risultati della sua diagnosi e del suo seguente intervento terapeutico.
Le parole, quindi, che il medico, e non solo,
utilizza hanno il potere di fare stare bene o di generare disagi ai pazienti,
di influenzare le relazioni tra
pazienti, famiglie e personale sanitario, la fiducia in loro stessi e negli
altri, la possibilità di raggiungere gli obiettivi e di realizzare i propri
progetti e quelli degli assistiti.
Seguendo la nostra analisi, è evidente che le
parole possiedono un loro potere terapeutico, di permettere al paziente di trovare il senso e il sollievo alle
sofferenze, di favorire alleanze benefiche tra personale medico e assistito.
Spesso, però, gli ammalati sono feriti da interventi verbali violenti, che il
personale sanitario rivolge a loro. Una parola fuori luogo o un gesto
ambivalente, entrambi possono generare disperazione e angoscia. È necessario,
così, adottare comportamenti concilianti,
scegliere parole che nascano dal cuore e dal silenzio, di favorire l’ascolto che consente al malato di farsi
comprendere nella sua fragilità, nel suo profondo dolore psichico.
Le parole, infine, sono importanti perché
oltre ad essere il mezzo principale con cui avviene la nostra comunicazione
verbale, esse hanno il potere di trasformarsi e modificarsi nella forma che
vogliono far prendere, possono esprimere i nostri pensieri, le nostre emozioni.
Inoltre condizionano il nostro modo di informare gli altri e soprattutto noi
stessi, influenzano le nostre scelte e le nostre azioni, sulla percezione che
abbiamo degli oggetti ambientali.
Purtroppo, però, oggi la plasticità delle
parole, il loro potere di lasciare emozioni sulla pelle degli umani, di rendere
l’essere umano libero è usato principalmente per scopo pubblicitario. Nella
pubblicità quotidiana, infatti, si manifestano chiaramente le caratteristiche e
le potenzialità del linguaggio utilizzato che aspira a conquistare, gestire e a
conservare il mercato. Come non pensare alle parole dei numerosi e onnipresenti
spot televisivi e cartacei dei vari
prodotti commerciali, con cui si cerca di convincere gli ascoltatori all'acquisto delle merci?
Parole razionali, fredde queste, che ci
complicano l’esistenza e ci intossicano la mente.
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