La fiducia è un sentimento che , secondo il
punto di vista di Erikson (1950), si
forma già nei primi giorni di vita. Il neonato, infatti, acquista fiducia/
sfiducia verso la figura di chi lo alleva mediante le pratiche di nutrimento e
di allevamento.
È la
fiducia che gli permetterà di essere sereno quando per esempio un pasto o
meglio un abbraccio lo avvolgerà con amore e lo farà sentire sicuro. Se al
contrario quell'abbraccio mancasse, o
fosse eseguito con movimenti bruschi, incerti, sicuramente avrà una sensazione
spiacevole, di insicurezza come di cadere.
Attraverso questi segnali emotivi, ben presto il bambino avrà la
capacità e la sensibilità di riconoscere
la persona che soddisferà le sue richieste e se anche lei adotterà un
atteggiamento favorevole nel prendersi cura di lui.
Per cui appreso la separazione dei confini
psicologici tra il proprio corpo e l’ambiente umano, il bambino potrà
controllare la normale delusione della temporanea assenza, ma rafforzerà l’idea
del reale ritorno della persona che lo accudisce. Sarà, questo, l’inizio di un
sentimento di fiducia verso di lui, in quanto inizierà a percepirsi sempre più
idoneo di possedere un adeguato controllo nel richiedere ed assicurarsi le cure
necessarie per poter continuare a vivere.
Va a sé che il bambino, proseguendo nel suo
sviluppo psicosociale, rafforzerà l’apprendimento emozionale che darà la
possibilità di leggere e interpretare i segnali che gli sono giunti dagli altri
componenti. Ad avvertire con esattezza quella vitalità operativa positiva o
negativa, affidabile o inaffidabile diffusa dalle altre persone, e adeguare la
sua risposta.
Nel caso in cui la persona che si occupa di
lui avrà tenuto un comportamento confuso, incostante e saltuario, o meno
opportuno, non presente del tutto, faciliterà in lui, sentimenti di sfiducia,
ansia, finanche freddezza, distacco e solitudine. Sentimenti, questi, che saranno
vissuti in modo permanente e che potranno aumentare o del tutto annullarsi con
conseguenze reali in quel rapporto psicosociale che comprende il concetto di
una totale apertura verso l’altra persona.
Quanto appena detto sembra chiarire le intense
emozioni contenute nel corso della relazione significativa tra il bambino e
l’altra. Allorquando la sua fiducia è ingannata, gli causerà una sensazione di
frantumazione, acuto dolore psichico, anche rabbia, in quanto è venuta a
mancare proprio quella fiducia come accadeva ai primi istanti della sua
nascita. In seguito, diventato adulto, questo tipo di avvenimento lo farà
diventare molto fragile nella propria vulnerabilità, nei desideri, e nell'abilità di opinioni. Alcune di queste aspirazioni saranno incline ad
organizzarsi in quello che normalmente in una coppia si chiama complicità, o
meglio confidenza per la qualità di fiducia e di intimità, che risiede in una
relazione innanzitutto amorosa, ma anche parentale e amicale.
Le persone che hanno costruito tra loro una
relazione di fiducia sono più disponibili
a
rispondere a reciproci bisogni, ad aumentare l’interdipendenza e la vicinanza
affettiva, a minimizzare la probabilità e la paura di essere rifiutati.
Sentire fiducia verso l’altro significa
provare una emozione positiva che aumenta la probabilità di sperimentare la
confidenza.
Infine, è sempre la fiducia il sentimento
primario che fa affidamento sull'attitudine a modificarsi. Saranno, infatti, la
fiducia o la diffidenza a dare un certo tono emotivo ai nostri comportamenti in
una concezione più positiva e costruttiva nella particolare circostanza di
fiducia, o al contrario, disfattista e inopportuna nella diffidenza, così da
aver risultati molto differenti nelle esperienze della nostra intera esistenza.
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