Enrico
Castrovilli, “Dal mondo delle emozioni”, Ed. Libellula, Tricase (LE), febbraio
2017, pp. 188, € 15,00. Quest’ultimo lavoro di ricerca dello studioso di San Vito dei
Normanni argomenta, con flash analitici, sull'importanza delle emozioni, nel
collegamento tra mente e cuore, esplorate dagli studiosi di neuroscienze,
pedagogia, psicologia sociologia. Emozioni positive quali gioia,
felicità, amicizia e negative come timidezza, ansia, paura, tristezza, invidia,
collera sono presenti nei nostri comportamenti ed a volte sono fonte
d’ispirazione e di creatività delle opere di tanti poeti e scrittori. La
psicocritica è il suo approccio alla lettura critica dei testi letterari,
metodo già descritto in precedenti volumi citati in bibliografia. Qui si
propone la rilettura di alcuni brani di Saba, Svevo, Leopardi, Pasolini,
Ungaretti, Bodini, Pavese, Gadda, Rosselli, Lipska, Rebora. Nella seconda parte
del libro “Per una didattica emozionale”, le emozioni vengono presentate
attraverso alcuni racconti, ”casi di studio”, resi narrativamente con
personaggi e situazioni reali. Saper riconoscere le emozioni contribuisce alla
prevenzione, alla gestione e a volte anche alla cura e certamente sono il
presupposto del comportamento e dell’apprendimento (Daniel Goleman, Howard Gardner,
Eugenio Borgna). Occorre superare la tradizionale visione dell’educazione che
fa prevalere solo gli aspetti cognitivi a discapito di quelli emozionali, con
una rivalutazione dell’idea di educazione globale, nel suo insieme di
intelletto e emozioni.
La parola e l’ascolto sono i veicoli insostituibili del cuore e della
mente per i sentimenti. Nel linguaggio giovanile questi vengono comunicati con
gli smartphone con gli “emoticons” (le faccine col sorriso, broncio, …) per
esprimere e condividere gli stati d’animo. Famiglia e scuola ne devono tener
conto nel ricercare le abilità che favoriscano le competenze emotive quali
l’espressività, l’autocontrollo, l’ascolto dei bisogni altrui. Progettare quindi
interventi didattici che potenziano l’attenzione, la memoria, il pensiero, per
un apprendimento efficace, ancorato saldamente all'interesse ed alle passioni.
“Una memoria emotiva” necessaria per stabilire collegamenti e relazioni nella
rete neuronale, con legami forti al vissuto emotivo e all'esperienza diretta
che l’ha affiancata. Capace di essere rievocata in momenti successivi con
ricordi che possono permanere nel tempo e influire sulle nostre scelte e comportamenti
nei rapporti sociali. Un apprendimento realizzato solamente sul piano cognitivo risulterebbe astratto, debole e do breve durata.
Le modalità di svolgimento della vita familiare, l’ambiente, il clima
sereno, l’esempio, i buoni rapporti tra i genitori e tra genitori e figli
lasciano tracce indelebili e positive che affiorano nelle relazioni
interpersonali e per tutta l’esistenza. Al contrario, uno sfascio delle famiglie
sarà il presupposto di comportamenti successivi conflittuali e deviati. Ne
deriva la responsabilità di un’attenzione da parte di tutti, della società
civile nei confronti delle fragilità emotive della prima infanzia,
dell’adolescenza, una terra instabile di un io in attesa di diventare adulto e
autonomo, alla vulnerabilità della terza età della vita. L’autore ci trasmette un
messaggio positivo e di ottimismo: coltivare sempre la speranza, come una virtù
forte, preziosa per la vita di ognuno di noi, che ha il coraggio di guardare
lontano, come slancio vitale che non si fa abbattere dai momenti più critici.
Ernesto Marinò
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