La
paura è una emozione primaria molto diffusa presenta in noi sin dalla nascita e
forse anche prima. Essa ci segnala la presenza di un pericolo, dannoso o
potenzialmente dannoso, ed è indispensabile e
pregiata nella storia evolutiva dell’uomo nel mantenere invita i nostri
antenati.
Questa sua innata presenza è un indice della
sua rilevanza. La paura è infatti un complesso adattivo che regola il rapporto
tra l’ambiente e l’organismo avvantaggiando la sopravvivenza di quest’ultimo.
Le emozioni sono la reazione dell’individuo alla
percezione di un impulso esterno. La paura in particolare si mette in azione
quando i sensi avvertono uno stimolo nocivo per l’organismo, in breve quando
avverte una minaccia. Alla paura segue uno stato di attivazione
neurofisiologica che consente all'individuo di rispondere allo stimolo iniziale
attraverso modalità diverso di risposta:
attacco, evitamento/fuga o nella meno buona delle ipotesi con un blocco.
Tuttavia, la paura non rappresenta solo una
risposta meccanica e istintiva a un pericolo, anzi essa rappresenta una
modalità complessa messa in atto dagli individui per relazionarsi all'ambiente ed esplorarlo, contemplandone i rischi. Ugualmente a qualsiasi altra esperienza
emotiva, essa non è semplicemente un modo di sentire, ma un vero e proprio
sistema, costituito da più componenti e fasi, il cui funzionamento accade lungo
una linea temporale di azione ben precisa.
La paura ha quindi una componente
neurofisiologica con sintomi; una
componete cognitiva, ossia la paura
dipende da una sere di eventi e una componente emotiva.
La paura si manifesta in modi diversi, se è
specifica si manifesta con una fobia, se è generalizzata si manifesta sotto
forma funzionale.
Il confine tra paura e fobia sta nella
funzione adattiva della risposta, quando cioè l’istinto emotivo scatta in modo inappropriato
( cioè senza che sia presente una reale minaccia) allora si trasforma in un
meccanismo patologico, la fobia, appunto.
Secondo la psicologia vi sono paure innate che ci accomunano come
appartenenti alla stessa specie e invece paure la cui natura e appresa.
Le paure innate sono innescate da diversi fattori quali: stimoli fisici, eventi o
persone sconosciute, da stimoli dolorosi che in futuro impariamo a evitare così come accade per le situazioni che
mettono a rischio la nostra incolumità ( freddo, buio, altezza, abbandono, certi animali (ragni, serpenti) e
così via). Le paure apprese sono quelle che non sono a diretto contatto con la
sopravvivenza dell’individuo o della specie e la cui natura e variegata e
indefinibile
Sicuramente la paura ha una funzione positiva,
così come il dolore fisico, di segnalare uno stato di emergenza o di allarme,
preparando la mente e il corpo alla reazione che si manifesta come
comportamento di attacco o di fuga. Inoltre, in tutte le specie studiate l’espressione della paura svolge la funzione
di avvertire gli altri membri del gruppo circa la presenza di un pericolo e
quindi richiede un aiuto e soccorso. La paura, quindi non è solo una reazione
individuale, ma anche una veste sociale.
Dal punto di vista biologico – evoluzionista
sia il vissuto soggettivo, attraverso i processi di memoria e di apprendimento,
sia le manifestazioni comportamentali, indifferentemente fuga, paralisi o
attacco, che le modificazioni psicofisiologiche tendono verso la
conservazione e la sopravvivenza
dell’individuo e della specie. Ovviamente, se la paura viene estremizzata e
resa eccessivamente intensa, diventa quindi ansia, fobia o manico, perde la funzione
fondamentale e si converte in sintomo psicopatologico.
Si può trasformare la paura?
Come abbiamo detto innanzi, la paura possiede
uno specifico valore funzionale, finalizzato alla sopravvivenza dell’individuo.
Va da sé che gli interventi curativi contro la paura si rivolgono solo in quei
casi in cui essa rappresenta uno stato patologico, come ad esempio attacchi di
panico o di ansia di fronte a uno stimolo assolutamente non pericoloso.
In questi casi
con l’aiuto di un percorso psicoterapico è possibile trasformarli in uno spazio
protetto in cui, ogni individuo con i propri tempi, può costruire o rinforzare
quegli aspetti fragili, vulnerabili di sé, aspetti che non sono ancora pronti a
relazionarsi e confrontarsi con il mondo. In questo modo la paura diventa un
potenziale strumento di crescita e d’evoluzione per ogni individuo che intende
mettersi in gioco e trasformare aspetti disarmonici di sé
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