Per la maggioranza dei giudizi l’egoista è colui che pensa in assoluto a se stesso, facendo in modo da raggiungere un favore
personale, spesso a danno di altre persone.
L’egoismo autentico si
rivela in molti comportamenti di vario genere, ma alla sua base c’è una visione
molto opportunistica e focalizzata su se stessa, la quale convince la persona a
muoversi solo quando vi è la sicurezza che ne deriverà un utile personale.
Purtroppo, però non termina
qui. L’egoismo, infatti, si può manifestare anche in forme più ambigue e
dannose, e ciò accade quando pur di ottenere un vantaggio personale si è
disposti a mettere sotto i piedi le altre persone. L’egoismo può quindi sfociare
nell’invidia.
Per la sua natura,
l’egoista trascorre la sua vita in un circolo chiuso; sembra incapace di vedere
e di ascoltare ciò che gli interessa personalmente: lui è il tutto e il
restante non gli riguarda.
Non è per nulla contento
della vita che svolge quotidianamente e spesso preferisce stare da solo, sia
per scelta che per forza. Insomma, il minimo che possiamo dire dell’egoista è
che lui desidera trascurare il suo ambiente umano.
Il rimprovero consueto
fatto all’egoista è quello di amare se stesso per poter dare amore alle altre
persone. Tuttavia, prima di confermare l’eccessivo amore che l’egoista prova
per se steso, domandiamoci invece se effettivamente si amano davvero. E, nel caso
opposto, da dove proviene il fatto di non avere alcune pensiero in mente che
loro stessi?
Nei primi stadi di
evoluzione, il bambino è basato soltanto verso la gratificazione dei propri
bisogni: essere accudito, nutrito, stimolato, consolato, amato. Si tratta di
circostanze insostituibili per la sopravvivenza. È soltanto dopo aver raggiunto
un minimo di indipendenza che il bambino si schiuderà man mano a un ambiente
sempre maggiore (dalla madre ai componenti della famiglia), dalla famiglia alla
scuola materna, e così via.
Comunque, per rendere
favorevole che questa progressiva apertura verso l’esterno sia priva di ogni
tipo di ostacoli, è essenziale che il bambino abbia ricevuto una buona dose di
amore per credere in se stesso e per volersi bene. Solo in questo modo egli
potrà iniziare a restituire l’amore che ha ricevuto per primo. In caso
contrario, il bambino può restare bloccato a questo stadi di sviluppo i cui
pare che il mondo intero sia diretto esclusivamente verso di lui.
Insomma, la persona egoista
che si prende ogni bene per vantaggio personale non prova nessun godimento
nello scambiare e nel donare affetto. Questa persona è priva d’amore per se
stessa, anzi, si affligge per il motivo opposto. La sua avidità, la necessità
urgente di togliere alla vita ciò che potrebbe ottenere in modo diverso non è sicuramente il segno di un’abbondanza d’amore verso se stessi, ma quello
di una difficoltà a credere in se stessi.
Non è, quindi, l’amore per
se stessi all'origine dell’egoismo, quanto piuttosto l’attaccamento più o meno
patologico a un’immagini superata di sé, quella del bambino stupendo cui non
deve mai mancare nessuna cosa.
Ci possiamo liberare dall'egoismo?
Secondo
la psicologia sì. Per prima cosa bisogna prendere coscienza di questa forma di
fragilità psichica e delle conseguenze negative che genera a se stessi.
Soltanto in quel momento sarà possibile liberarsi poco la volta dal circolo
vizioso in cui l’egoismo ci mantiene rinchiusi, tipo: dagli altri non ci
aspettiamo niente di buono…accettiamo ciò che l’occasione offre…spesso permetto
che mi raggirino e così via
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