L’importanza della gentilezza come qualità
vitale è una conoscenza arcaica. La filosofia e le religioni la rappresentano
come una particolarità dello spirito aderente alla tranquillità interiore, all'equilibrio
e alla coscienza di sé. Una predisposizione psicologica che possiamo perdere
nel percorso della vita per le insoddisfazioni, le ferite e i dispiaceri che,
normalmente, sono presenti nella nostra crescita psicofisica.
Infatti, i rancori, le paure infantili
persistenti possono trasformarci in esseri egoisti e tenebrosi, oppure boriosi
e diffidenti. Le persone tristi, rancorose smarriscono, unitamente alla luce dell’intelletto, quello della
gentilezza. Senza averne coscienza, subiscono l’influenza negativa di abitare
in un mondo maleducato, dove necessita farsi largo, prendere in giro,
falsificare per continuare a vivere.
Va da sé che
l’inettitudine di essere gentile significa una anomalia vitale, psicologica e
morale, su cui non abbiamo l’abitudine di ragionare, nel mentre corrode
dall'interno e dal profondo della nostra esistenza, sino al punto a nuocere,
anche l’ambiente sociale, l’eventualità di una comunità più florida e più
inserita.
La persona gentile invece sa perfettamente di
essere sincera e corretta, dà prova di apertura mentale e di prestare
attenzione e conosce la qualità della fiducia e dell’alternanza. Probabilmente
queste proprietà a certi individui potrebbero sembrare illusorie, o addirittura
soprannaturali, ma è sufficiente far conoscenza almeno una volta nella vita di
una persona gentile per rendersi conto che il tutto corrisponde al vero.
In una società come la nostra, infatti, dove
si esaltano i pessimi comportamenti, le ambizioni e la faccia tosta è quasi
normale che la gentilezza sia travisata come innocenza o bollata come segno di
fragilità psichica. La persona gentile può attendersi freddezza e
ingratitudine, ma ciò non ci deve allontanare dal coltivare una vocazione che,
in sostanza, dà in dono quella serenità e quell'amore sincero cui desideriamo
come esseri umani.
In ambito psicologico, quindi, la gentilezza
si collega al benessere, alla creatività e alla stabilità emotiva. Infatti, la
persona che sviluppa un comportamento positivo realistico e senza riserve
rispetto alle altre persone è più resistente agli episodi critici del ciclo
vitale, e ha più possibilità di sviluppare le proprie capacità e rendere
possibili le finalità personali e professionali.
Insomma, essere gentili è una semplice azione
quotidiana come, ad esempio, una telefonata a un conoscente in difficoltà, fare
un complimento a qualcuno e così via, esempi questi di piccoli gesti, che
possono portarci al valore della gentilezza e rendere possibile e duraturo il
nostro benessere psicofisico.
Siamo, dunque, invitati tutti a promuovere
piccole azione che generano benessere dentro di noi, un boomerang che viene
generato dalla gentilezza e che torna al mittente arricchito di forza. Essere
gentili è quindi una grande responsabilità che noi abbiamo non solo nei confronti
di noi stessi, ma anche verso i nostri simili al fine di costruire un’ armonia
positiva.
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