giovedì 16 maggio 2019

LA GENTILEZZA UN SENTIMENTO POSITIV









 Nella psicologia la gentilezza non è intesa come un segno di debolezza psichica, ma anzi una manifestazione di forza. Essere in grado di rivolgersi alle altre persone con un sorriso,  far vedere la propria disponibilità, praticare alcune regole maltrattate  della buona educazione quali per esempio aiutare una persona in difficoltà, significa attestare le proprie aspirazioni e ideali, senza soccombere alla seduzione della prepotenza e dell’egocentrismo, ma portando rispetto agli esseri umani.
 L’importanza della gentilezza come qualità vitale è una conoscenza arcaica. La filosofia e le religioni la rappresentano come una particolarità dello spirito aderente alla tranquillità interiore, all'equilibrio e alla coscienza di sé. Una predisposizione psicologica che possiamo perdere nel percorso della vita per le insoddisfazioni, le ferite e i dispiaceri che, normalmente, sono presenti nella nostra crescita psicofisica.
 Infatti, i rancori, le paure infantili persistenti possono trasformarci in esseri egoisti e tenebrosi, oppure boriosi e diffidenti. Le persone tristi, rancorose smarriscono, unitamente  alla luce dell’intelletto, quello della gentilezza. Senza averne coscienza, subiscono l’influenza negativa di abitare in un mondo maleducato, dove necessita farsi largo, prendere in giro, falsificare per continuare a vivere.
Va da sé che l’inettitudine di essere gentile significa una anomalia vitale, psicologica e morale, su cui non abbiamo l’abitudine di ragionare, nel mentre corrode dall'interno e dal profondo della nostra esistenza, sino al punto a nuocere, anche l’ambiente sociale, l’eventualità di una comunità più florida e più inserita.
 La persona gentile invece sa perfettamente di essere sincera e corretta, dà prova di apertura mentale e di prestare attenzione e conosce la qualità della fiducia e dell’alternanza. Probabilmente queste proprietà a certi individui potrebbero sembrare illusorie, o addirittura soprannaturali, ma è sufficiente far conoscenza almeno una volta nella vita di una persona gentile per rendersi conto che il tutto corrisponde al vero.
 In una società come la nostra, infatti, dove si esaltano i pessimi comportamenti, le ambizioni e la faccia tosta è quasi normale che la gentilezza sia travisata come innocenza o bollata come segno di fragilità psichica. La persona gentile può attendersi freddezza e ingratitudine, ma ciò non ci deve allontanare dal coltivare una vocazione che, in sostanza, dà in dono quella serenità e quell'amore sincero cui desideriamo come esseri umani.
 In ambito psicologico, quindi, la gentilezza si collega al benessere, alla creatività e alla stabilità emotiva. Infatti, la persona che sviluppa un comportamento positivo realistico e senza riserve rispetto alle altre persone è più resistente agli episodi critici del ciclo vitale, e ha più possibilità di sviluppare le proprie capacità e rendere possibili le finalità personali e professionali.
 Insomma, essere gentili è una semplice azione quotidiana come, ad esempio, una telefonata a un conoscente in difficoltà, fare un complimento a qualcuno e così via, esempi questi di piccoli gesti, che possono portarci al valore della gentilezza e rendere possibile e duraturo il nostro benessere psicofisico.
 Siamo, dunque, invitati tutti a promuovere piccole azione che generano benessere dentro di noi, un boomerang che viene generato dalla gentilezza e che torna al mittente arricchito di forza. Essere gentili è quindi una grande responsabilità che noi abbiamo non solo nei confronti di noi stessi, ma anche verso i nostri simili al fine di costruire un’ armonia positiva.

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