lunedì 15 luglio 2019

EGOISMO, EMOZIONE DA CONOSCERE


Per la maggioranza dei giudizi l’egoista  è colui che pensi in assoluto a se stesso,  facendo in modo da raggiungere un favore personale, spesso a danno di altre persone.
 L’egoismo autentico si rivela in molti comportamenti di vario genere, ma alla sua base c’è una visione molto opportunistica e focalizzata su se stessa, la quale convince la persona a muoversi solo quando vi è la sicurezza che ne deriverà un utile personale.
 Purtroppo, però non termina qui. L’egoismo, infatti, si può manifestare anche in forme più ambigue e dannose, e ciò accade quando pur di ottenere un vantaggio personale si è disposti a mettere sotto i piedi le altre persone. L’egoismo può quindi sfociare nell'invidia.
 Per la sua natura, l’egoista trascorre la sua vita in un circolo chiuso; sembra incapace di vedere e di ascoltare ciò che gli interessa personalmente: lui è il tutto e il restante non gli riguarda.
 Non è per nulla contento della vita che svolge quotidianamente e spesso preferisce stare da solo, sia per scelta che per forza. Insomma, il minimo che possiamo dire dell’egoista è che lui desidera trascurare il suo ambiente umano.
 Il rimprovero consueto fatto all'egoista è quello di amare se stesso per poter dare amore alle altre persone. Tuttavia, prima di confermare l’eccessivo amore che l’egoista prova per se steso, domandiamoci invece se effettivamente si amano davvero. E, nel caso opposto, da dove proviene il fatto di non avere alcun pensiero in mente che loro stessi?
 Nei primi stadi di evoluzione, il bambino è basato soltanto verso la gratificazione dei propri bisogni: essere accudito, nutrito, stimolato, consolato, amato. Si tratta di circostanze insostituibili per la sopravvivenza. È soltanto dopo aver raggiunto un minimo d’ indipendenza che il bambino si schiuderà man mano a un ambiente sempre maggiore (dalla madre ai componenti della famiglia), dalla famiglia alla scuola materna, e così via. 
 Comunque, per rendere favorevole che questa progressiva apertura verso l’esterno sia priva di ogni tipo di ostacoli, è essenziale che il bambino abbia ricevuto una buona dose di amore per credere in se stesso e per volersi bene. Solo in questo modo egli potrà iniziare a restituire l’amore che ha ricevuto per primo. In caso contrario, il bambino può restare bloccato a questo stadio di sviluppo in cui pare che il mondo intero sia diretto esclusivamente verso di lui.
 Insomma, la persona egoista che si prende ogni bene per vantaggio personale non prova nessun godimento nello scambiare e nel donare affetto. Questa persona è priva d’amore per se stessa, anzi, si affligge per il motivo opposto. La sua avidità, la necessità urgente di togliere alla vita ciò che potrebbe ottenere in modo diverso, un buon segno è sicuramente non quello di un’abbondanza d’amore verso se stessi, ma quello di una difficoltà a credere in se stessi.
 Non è, quindi, l’amore per se stessi all'origine dell’egoismo, quanto piuttosto l’attaccamento più o meno patologico a un’immagine superata di sé, quella del bambino stupendo cui non deve mai mancare nessuna cosa.
 Ci possiamo liberare dall'egoismo?
Secondo la psicologia sì. Per prima cosa bisogna prendere coscienza di questa forma di fragilità psichica e delle conseguenze negative che genera a se stessi. Soltanto in quel momento sarà possibile liberarsi poco la volta dal circolo vizioso in cui l’egoismo ci mantiene rinchiusi, tipo: dagli altri non ci aspettiamo niente di buono…accettiamo ciò che l’occasione offre…spesso permetto che mi raggirino e così via.

Nessun commento:

Posta un commento