GOL DI RAPINA di
Pippo Russo.
Sinossi
A partire dagli anni Novanta il calcio ha subito una mutazione genetica, da cui è uscito trasformato in termini sia culturali che economici. L’ex grande rito odi significati diversi rispetto a quelli agonistici. Soprattutto, per molti attori esso è diventato uno straordinario business da colonizzare incontrando scarse resistenze. Sollecitato dalla pressione verso una modernizzazione vera o presunta, il calcio si è scoperto facilmente permeabile da soggetti e interessi man mano più opachi, ma tutti o quasi accomunati da una caratteristica: l’ansia di fare del gioco una macchina da soldi, per poi distribuirli fuori dal calcio. Con l’inizio dei XXI secolo il meccanismo è stato messo a punto, e dopo l’esplosione della crisi economica del 2007 – che ha colpito il calcio come ogni altro comparto economico – ha trovato condizioni favorevoli per diffondersi e legittimarsi. La situazione odierna parla di interi subcontinenti in cui il calcio è sotto il controllo di attori economico-finanziari esterni al calcio stesso: fondi d’investimento misteriosi con sede legale presso paradisi fiscali, oligarchi ansiosi di riciclare denari di dubbia provenienza, potentissimi agenti capaci di controllare eserciti di calciatori e allenatori impegnati presso i campionati d’ogni angoli del mondo. Una situazione che, nella migliore delle ipotesi, vede ampliare a dismisura la zona grigia fra legalità e illegalità.
Nota critica.
In questo libro l’autore, Pippo Russo, attento ricercatore sociale, con una splendida analisi su personaggi, enti e situazioni toglie il coperchio al calcio globale, compreso il nostro in cui vige la congiura del silenzio, colto tra intrecci oscuri e schegge lucenti. Un volume interessante, scritto con un linguaggio leggero e vivace che attribuisce al testo un ritmo veloce e incalzante.
Sinossi
A partire dagli anni Novanta il calcio ha subito una mutazione genetica, da cui è uscito trasformato in termini sia culturali che economici. L’ex grande rito odi significati diversi rispetto a quelli agonistici. Soprattutto, per molti attori esso è diventato uno straordinario business da colonizzare incontrando scarse resistenze. Sollecitato dalla pressione verso una modernizzazione vera o presunta, il calcio si è scoperto facilmente permeabile da soggetti e interessi man mano più opachi, ma tutti o quasi accomunati da una caratteristica: l’ansia di fare del gioco una macchina da soldi, per poi distribuirli fuori dal calcio. Con l’inizio dei XXI secolo il meccanismo è stato messo a punto, e dopo l’esplosione della crisi economica del 2007 – che ha colpito il calcio come ogni altro comparto economico – ha trovato condizioni favorevoli per diffondersi e legittimarsi. La situazione odierna parla di interi subcontinenti in cui il calcio è sotto il controllo di attori economico-finanziari esterni al calcio stesso: fondi d’investimento misteriosi con sede legale presso paradisi fiscali, oligarchi ansiosi di riciclare denari di dubbia provenienza, potentissimi agenti capaci di controllare eserciti di calciatori e allenatori impegnati presso i campionati d’ogni angoli del mondo. Una situazione che, nella migliore delle ipotesi, vede ampliare a dismisura la zona grigia fra legalità e illegalità.
Nota critica.
In questo libro l’autore, Pippo Russo, attento ricercatore sociale, con una splendida analisi su personaggi, enti e situazioni toglie il coperchio al calcio globale, compreso il nostro in cui vige la congiura del silenzio, colto tra intrecci oscuri e schegge lucenti. Un volume interessante, scritto con un linguaggio leggero e vivace che attribuisce al testo un ritmo veloce e incalzante.
E.C.
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