martedì 2 febbraio 2016

LA DIMENSIONE CREATIVA

La scrittura creativa non è un genere letterario nato nel secolo scorso, ma risale almeno a mille anni prima di Cristo e precisamente con la pubblicazione dell’Iliade e dell’Odissea di Omero. Per cui quando parliamo di scrittura creativa entriamo in un campo affascinante, misterioso, ricco di voci più rappresentative nel vastissimo panorama dell’arte, perché  per scrittura creativa oggi s’intende un genere di scrittura che va al di là della scrittura professionale, accademica, tecnica e giornalistica, include romanzi, racconti, poesie, poemetti in particolare anche musica.
 Ma, quali facoltà creative deve possedere un umano per andare oltre la “siepe” dello scibile per approdare sul terreno fertile dove vegeta il seme letterario?
 Una precisa risposta al quesito la diede E.Kant nell’estetica  parlando del genio che è il dono naturale che dà la regola all’arte. Nel secolo scorso lo scrittore russo Vladimir Nabokov, autore del fortunato romanzo <<Lolita>>, nel suo saggio “Lezioni di letteratura” dice che ;<<Uno scrittore privo di talento non può evolvere uno stile letterario di qualche merito. Non credo che si possa insegnare a scrivere a chi non possiede talento letterario>>.
 Per diventare, infatti, scrittori, poeti, drammaturghi e via dicendo non esistono istituzioni, scuole o maestri che istruiscono formalmente all’arte della narrativa o della poesia. Né ci sarà mai nessuno, neanche un illustre accademico che possa dire a un aspirante scrittore: la tua preparazione è a un buon punto; ora ti devi impegnare per andare oltre. Lo scrittore è un navigatore solitario, un autodidatta. Si forma a casa, per strada, in viaggio senza incoraggiamenti o sollecitazioni. Con ciò non si vuole affermare che la sua carriera artistica debba essere causale o spontanea, né tanto meno che sia innata. Circola, infatti, tra le persone di vario ceto l’idea che per essere scrittori, poeti, drammaturghi, musicisti, basta affidarsi al proprio istinto.
 La storia letteraria, invece, insegna che si diventa narratori, poeti, musicisti con lo studio assiduo dei classici di tutti i tempi e con la pratica. La narrativa e la poesia sono la massima espressione dell’arte. Come tale sono piene di regole, di vincoli, di segreti che vanno conosciuti e compresi.
 Un laboratorio di scrittura creativa, quindi, deve  insegnare ai discendi alcune nozioni di tecnica e il modo corretto di organizzarsi in musica o in strutture narrative. Un componimento poetico o narrativo è arte, appunto, è una creazione di un ordine regolato. Poi, far scoprire e amare la propria lingua, e amare significa studio, dedizione, fedeltà, curiosità. Oltre al comporre, va data particolare attenzione alla lettura di autori antichi e moderni di romanzi, poesie e anche di saggi e all’ascolto di brani scelti.
 Un obiettivo ambito da un laboratorio di scrittura creativa che guarda, senza velleitarismi, né accademismi o erudizione, alla scrittura poetica e narrativa non è certamente di insegnare ai discendi a diventare novelli Leopardi o dei provetti Dostoevskji, ma di aiutarli a sviluppare la loro dimensione creativa, perché, come sostengono eminenti studiosi addetti ai lavori, essa predispone favorevolmente al dialogo.
E ciò è possibile da realizzare perché la creatività è una facoltà insita in ogni persona e, se stimolata con adeguati mezzi psicopedagogici, porta a superare paure ancestrali, a rendere meno drammatici i conflitti intra ed extrapersonali, a stimolare il senso critico, ad esprimere sentimenti ed emozioni.

Inoltre, è bene ricordare che la dimensione creativa è presente dove un adulto, un adolescente o un bambino usa parole, strumenti, rielabora ma soprattutto che sogna ad occhi aperti. 

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