La
scrittura creativa non è un genere letterario nato nel secolo scorso, ma risale
almeno a mille anni prima di Cristo e precisamente con la pubblicazione
dell’Iliade e dell’Odissea di Omero. Per cui quando parliamo di scrittura creativa
entriamo in un campo affascinante, misterioso, ricco di voci più
rappresentative nel vastissimo panorama dell’arte, perché per scrittura creativa oggi s’intende un
genere di scrittura che va al di là della scrittura professionale, accademica,
tecnica e giornalistica, include romanzi, racconti, poesie, poemetti in
particolare anche musica.
Ma, quali facoltà creative deve possedere un
umano per andare oltre la “siepe”
dello scibile per approdare sul terreno fertile dove vegeta il seme letterario?
Una precisa risposta al quesito la diede
E.Kant nell’estetica parlando del genio
che è il dono naturale che dà la regola all’arte. Nel secolo scorso lo
scrittore russo Vladimir Nabokov, autore del fortunato romanzo <<Lolita>>,
nel suo saggio “Lezioni di letteratura” dice che ;<<Uno scrittore privo di talento non può evolvere uno stile letterario di
qualche merito. Non credo che si possa insegnare a scrivere a chi non possiede
talento letterario>>.
Per diventare, infatti, scrittori, poeti,
drammaturghi e via dicendo non esistono istituzioni, scuole o maestri che istruiscono formalmente all’arte
della narrativa o della poesia. Né ci sarà mai nessuno, neanche un illustre
accademico che possa dire a un aspirante scrittore: la tua preparazione è a un
buon punto; ora ti devi impegnare per andare oltre. Lo scrittore è un
navigatore solitario, un autodidatta. Si forma a casa, per strada, in viaggio
senza incoraggiamenti o sollecitazioni. Con ciò non si vuole affermare che la
sua carriera artistica debba essere causale o spontanea, né tanto meno che sia
innata. Circola, infatti, tra le persone di vario ceto l’idea che per essere
scrittori, poeti, drammaturghi, musicisti, basta affidarsi al proprio istinto.
La storia letteraria, invece, insegna che si
diventa narratori, poeti, musicisti con lo studio assiduo dei classici di tutti
i tempi e con la pratica. La narrativa e la poesia sono la massima espressione
dell’arte. Come tale sono piene di regole, di vincoli, di segreti che vanno
conosciuti e compresi.
Un laboratorio di scrittura creativa, quindi,
deve insegnare ai discendi alcune
nozioni di tecnica e il modo corretto di organizzarsi in musica o in strutture
narrative. Un componimento poetico o narrativo è arte, appunto, è una creazione
di un ordine regolato. Poi, far scoprire e amare la propria lingua, e amare
significa studio, dedizione, fedeltà, curiosità. Oltre al comporre, va data
particolare attenzione alla lettura di autori antichi e moderni di romanzi,
poesie e anche di saggi e all’ascolto di brani scelti.
Un obiettivo ambito da un laboratorio di
scrittura creativa che guarda, senza velleitarismi, né accademismi o
erudizione, alla scrittura poetica e narrativa non è certamente di insegnare ai
discendi a diventare novelli Leopardi o dei provetti Dostoevskji, ma di
aiutarli a sviluppare la loro dimensione creativa, perché, come sostengono
eminenti studiosi addetti ai lavori, essa predispone favorevolmente al dialogo.
E
ciò è possibile da realizzare perché la creatività è una facoltà insita in ogni
persona e, se stimolata con adeguati mezzi psicopedagogici, porta a superare
paure ancestrali, a rendere meno drammatici i conflitti intra ed
extrapersonali, a stimolare il senso critico, ad esprimere sentimenti ed
emozioni.
Inoltre,
è bene ricordare che la dimensione creativa è presente dove un adulto, un
adolescente o un bambino usa parole, strumenti, rielabora ma soprattutto che
sogna ad occhi aperti.
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