Molto
spesso si parla di emozioni e di sentimenti usando queste parole in modo
errato.
Secondo i neuro scienziati, le emozioni si
intendono come l’insieme delle risposte osservabili, cioè visibili, in seguito
all’attivazione di determinate modifiche fisiche connesse a determinate
immagini mentali. La loro principale funzione consente di rendere più
efficiente la reazione dell’individuo in cui si rende necessaria una risposta
immediata della sopravvivenza, reazione che non utilizza cioè processi
cognitivi ed elaborazioni coscienti.
I sentimenti invece si riferiscono all’esperienza
da parte dell’individuo di tali cambiamenti, quindi riguarda l’esperienza privata delle emozioni.
Inoltre le emozioni, in quanto manifestazioni abbastanza note sono degli stati
di breve durata e transitori, mentre i sentimenti possono rimanere attivi per
un tempo più lungo.
In base alle ricerche neuroscientifiche, le
emozioni sono un complesso di cambiamenti nello stato corporeo causati dal cervello,
in risposta ai contenuti dei pensieri relativi a una specifica entità o ad un
particolare evento nell’ambente dell’individuo. I processi psicologici e
fisiologici interagiscono, dando vita a esperienze soggettive, mutamenti
corporei e tendenze comportamentali.
Secondo lo psicologico Paul Ekman
nell’individuo sono presenti sin dalla nascita delle emozioni di base quali
gioia, tristezza, rabbia, paura, vergogna e disgusto. Le emozioni si diffondono
in ogni ambito della vita degli individui e influenzano in modo adeguato anche
gli aspetti cognitivi della mente. Per fare un esempio, le emozioni incidono
sulla memoria: numerose ricerche hanno messo in evidenza che in fase di
recupero dell’informazione dalla memoria, avere uno stato emotivo adeguato a quello
presente al momento della memorizzazione dello stesso materiale può favorire il
ricordo.
I sentimenti individuano l’esperienza privata
che ogni individuo ha nel momento in cui verifica una emozione. Secondo il
neuro scienziato Antonio Damasio, l’organismo interagisce con l’ambiente non
solo con il cervello, ma non l’intero corpo, di cui ci rende coscienti
attraverso l’esperienza emotiva.
I sentimenti non sono osservabili in un’altra
persona, infatti è possibile solo percepire i nostri stati emozionali e tentare
di dare loro un significato a livello consapevole.
Sin dal passato storico, gli studiosi si sono
interessati ai sentimenti ed è a iniziare dall’opera di Cartesio, con la
distinzione tra “res cogitans” e “res extensa”, che essi hanno assunto un’importanza
specifica rispetto alle funzioni corporee.
Successivamente, i sentimenti sono stati prima
denigrati con l’avvento della rivoluzione industriale e del capitalismo, poi
hanno conosciuto una nuova forza espressiva durante il Romanticismo e agli inizi del XX sec. Con la nascita della Psicanalisi di Freud.
I sentimenti e, più in generale, la capacità
dell’individuo di riflettere su di essi, sono indice della maturità psichica e
affettiva del soggetto.
In anni più recenti, i sentimenti sono divenuti
oggetto di interesse e di studio da parte delle neuroscienze, le quali
affiancano alle conoscenze psicologiche le indagini anatomo-fisiologiche del
sistema nervoso.
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