Sarà
successo a tutti noi di sentirsi annoiati a volte nella vita, di essere vittima
prediletta della noia. Essa è un sentimento che l’uomo inizia a
sperimentare prestissimo, fin da
bambini. Si è propensi a far provenire la noia dalla mancanza di stimoli,
dall’ambiente circostante, o in ogni caso da qualcosa di esterno a noi.
Malauguratamente, però, la noia in moltissimi casi non è causata da nessun
oggetto esterno, ma prende origine dal nostro intimo. Tuttavia, si differenzia
dall’apatia in quanto quest’ultima è caratterizzata da una semplice inerzia
depressiva, indifferente agli stimoli, che può accadere in particolari periodi
stressanti o difficili del nostro quotidiano.
La noia è il sentimento più temuto dall’uomo
contemporaneo perché è abituato a cercare stimoli sempre nuovi, per ciò fa di
tutto per non incontrarla mai, però senza successo. Per gli adolescenti la noia
è uno spettro inquietante, ma anche un incubo per diversi adulti. Non è
desiderata da nessuno, malgrado ciò la noia è li accanto, in attesa, pronta a
rivelarsi e invece sembra proprio che
quanto più ci si dia da fare per allontanarla, tanto più il suo fantasma
si fa ostile.
Considerata priva di tutti gli impulsi, un
contenitore vuoto, la noia non è gradevole:
è una percezione cangiante che amalgama nelle varie occasioni, in modo diverso,
la monotonia, l’inerzia, l’indifferenza, il fastidio, il distacco, il non
senso, che può realizzarsi nel non sapere come impegnare il proprio tempo
utile, come saggiare emozioni o interesse, come percepirsi attivi e
partecipativi.
La nostra vita
si fonda sull’avvicendamento e sulla copresenza di elementi opposti, e
la noia è l’estremità opposta della passione, della percezione di senso e della
totalità dell’essere. Un polo importante, essenziale dunque all’attività
psichica e mentale, poiché con la sua presenza ci fornisce preziose
informazioni su come stiamo vivendo e su ciò che stiamo facendo, come per
esempio: il problema ci entusiasma? È la
scelta giusta? Bisogna fare delle modifiche? Siamo affaticati?
Quando queste domande, prodotte dal normale svolgimento
delle nostre attività quotidiane, non fanno più parte dei nostri interessi,
allora la mente genera la noia, e se noi le apprestiamo attenzione, può
agevolarci a realizzare modiche importantissime alla qualità dell’esistenza e
principalmente a scoprire ciò che riusciamo a realizzare in modo soddisfacente,
con altre parole, il nostro talento.
Rivolgendoci con buone intenzioni la noia ci
rida quindi una sapiente guida per viaggiare sicuri nel nostro percorso vitale.
Spesso, però, per cercare di evitare la
solitudine, la monotonia e l’inattività, che sono nate con la noia, essa
diventa ansia e irrequietezza.
Per rimediare bisognare riprogrammare le
attività giornaliere, nel senso di non isolarsi e di riempire la giornata d’
impegni nuovi che procurano emozioni forti.
Tuttavia, fare tante attività, spesso anche
superflue, in più per evitare la noia, riduce la possibilità di sperimentare altre esperienze che potrebbero
essere più vicine ai propri interesse e più gratificanti.
Secondo la psicologia, per fuggire
dall’annoiato ciclo della giornata tipica, bisogna cambiare il percorso
lavorativo, variare l’alimentazione, modificare le abitudini, partendo dalle
più elementari. Ma, soprattutto, può essere un valido sostegno sperimentare un
ascolto più vero e più empatico di se stessi e riscoprire, avvalorandolo, il
bisogno di libertà che, per alcune vicende, abbiamo appreso tra le pieghe della
routine familiare, degli amici o della coppia, illudendoci così di sentirci
meno soli.
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