martedì 16 ottobre 2018

LE EMOZIONI ATTRAVERSO LA PAROLA E L'ASCOLTO


 È noto che se vi sono molteplici modi di leggere – a bassa o a voce alta - , altri sono i motivi che inducono a realizzarlo: per il semplice piacere che una lettura genera quando diventa esperienza estetica; per l’interesse ad apprendere nuove conoscenze quando è pratica intellettuale; per il sentimento di manifesta solidarietà quando è esperienza empatica.
 Secondo le teorie cognitiviste sulle emozioni la scelta di un tipo di queste letture dipende dal giudizio di valore da parte dell’interessato, sulla base di un insieme di fattori quali: specifiche conoscenze, interessi, percezioni e credenze. Eseguita la preferenza, al di là dell’interpretazione dei segni-simboli di un testo, la lettura impone al soggetto due tipi di processi mentali importanti la comprensione e l’interpretazione. Come attività primaria della mente entrambi questi processi sono, quindi, direttamente responsabili delle reazioni del lettore: il suo coinvolgimento, il vissuto emotivo, la passione, il giudizio critico e così via.   
  In particolare diremo che la comprensione è il risultato del processo di elaborazione linguistica delle informazioni che vengono trasformate, in termini psicologici, a una rappresentazione semantica del testo. L’interpretazione si riferisce, invece, a una rappresentazione semantica del testo. In sintesi, la lettura implica parallelamente comprensione e interpretazione.
 Sulla base di quando detto, ora facciamo qualche considerazione sulle emozioni che rileviamo spesso nella lettura, in conseguenza dei processi di comprensione e di interpretazione. Quelle che inducono piacere nella lettura si chiamano “emozioni della mente”. Accanto a queste vi sono emozioni che nascono dalla partecipazione del lettore all’oggetto della lettura. Tipica risposta emozionale di questa natura ai testi narrativi, è l’empatia. Un racconto, un romanzo fanno  proprie le ansie e le gioie  dell’umanità.  In quelle riconosciamo noi stessi, la nostra esistenza possibile. L’attenzione intensa sulla paura, sulla pietà, o sull'amore dei personaggi ai quali ci rivolgiamo con la lettura dipende dal giudizio d’importanza che noi diamo circa ciò che riteniamo giusto e non da un impulso indiscriminato di condivisione.
  Sin qui, il valore della parola, ora una breve nota sull'ascolto. Che l’ascolto di un racconto o di una poesia sia capace di suscitare emozione è certo esperienza di ognuno di noi. Tuttavia, pur essendo presente  in tutti i soggetti, la risposta emotiva all'ascolto di una lettura non è sempre la medesima. Al contrario. Essa varia al variare dei fattori individuali come l’età, la cultura, lo stato psicologico. Per esempio non tutti i bambini hanno un atteggiamento di accoglienza e di ascolto sereno sufficiente per contenere l’emozione in un racconto. Vi sono, infatti, bambini che faticano ad ascoltare, alcuni non riescano a farlo perché sono distratti, altri ascoltano forzatamente. Per questi bambini che vivono disagi personali o difficoltà emotive, gli psicopedagogisti suggeriscono di comprendere più che di capire il comportamento disturbato dei bambini e soprattutto di non usare parole pericolose che spesso si utilizzano con poca accortezza, perché scoraggiano e inibiscono il desiderio di essere diversi, lasciando il posto a un sentimento di amarezza, di inutilità, di solitudine.
  La parola e l’ascolto, dunque, sono i veicoli insostituibili del cuore e della mente, che accompagnano nella vita adulti e bambini alla scoperta delle proprie emozioni e dei propri sentimenti, anche quelli cattivi, per conoscerli, comprenderli, accettarli e trasformarli senza averne timore.

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