È un fatto accertato, in quest’ultimo decennio l’editoria italiana non gode un’ottima salute. Questo dato si evince da un reale fenomeno rappresentato dal recente analfabetismo di ritorno.
A tale proposito, il linguista Tullio De Mauro sull’ultimo numero d’Internazionale commenta i dati di una ricerca raccolti dall’Ocse, i quali affermano che il 33% della popolazione italiana non riesce a comprendere o non sa mettere correttamente su di un foglio una breve frase e una percentuale ancora più consistente presenta grande difficoltà nel comprendere un testo orale.
Personalmente non attribuisco la causa di questo fenomeno culturale regressivo alla sola presenza sul mercato librario di narrativa di genere popolare, i cosiddetti “libroidi”, ma accanto a questa invasione di testi privi d’invenzione pongo lo scarso interesse alla lettura , in casa e a scuola, degli italiani.
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